Handful of Hate «Adversus» (2019)

Handful Of Hate ŤAdversusť | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
26.04.2019

 

Visualizzazioni:
2589

 

Band:
Handful of Hate
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Titolo:
Adversus

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Nicholas :: Bass
Nicola Bianchi :: Guitars, Vocals
Aeternus :: Drums
Andrea Toto :: Guitars

 

Genere:
Black Metal / Death Metal

 

Durata:
43' 4"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
03.05.2019

 

Etichetta:
Code666
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Distribuzione:
Aural Music
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Agenzia di Promozione:
Aural Music (Promotion)
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Recensione

Ritornano i noti Handful of Hate, una delle poche bands black metal italiane che è arrivata al proprio settimo album, nonché una tra le pochissime che è rimasta sempre attiva senza interruzioni sin da che è nata.
E fortunatamente “Adversus” ci rivela una band che non sente la stanchezza degli anni che passano, e che continua a proporci un sound a metà tra il black di stampo svedese predominante, mischiato a delle influenze death metal e una attenzione particolare ai riffs, che rendono quest’album fresco e godibile, anche per via di variazioni sul tema della classica canzone alla Handful of Hate ma aggiornata. Lo si nota dalla potente opener “An eagle...” che utilizza atmosfere dissonanti su una andamento ritmico sicuro e costante, o dalla pura violenza di “Severed and reversed” che ottimizza la chitarra solista, o dalla tonante “Celebrate...”, che si manifesta come l’episodio più aggressivo e diretto, nonché quello più convincente personalmente. Non mancano anche episodi più lenti come “Down lower”, dove si riesce a tirare il fiato e a sentire cosa sanno fare gli HoH su partiture lente e più groovy. Certo, è una soluzione stilistica alla Marduk e che va in giro almeno da “Vicecrown”, ma il risultato riesce sin da allora sempre a differenziarsi e a brillare per notevoli intuizioni compositive, e questo brano e “Idols to hung” non fanno eccezione.
In conclusione, certa gente si sbatte per trovare la propria personalità, gli Handful of Hate invece tirano avanti indisturbati per la propria strada e ci donano un album che prosegue con il proprio sound ulteriormente analizzato e approfondito. Certo, a volte si sente che vecchi brani come “Beating violence” rappresentano un punto saldo nella composizione, ma sinceramente tendo a non farci caso. La verità è che gli Handful of Hate hanno saputo trovare una nicchia compositiva molto fruttifera all’interno del black metal alla Marduk e Dark Funeral (definizone per i profani), e ci sguazzano senza stagnare. Come se fosse poco. Disco parecchio consigliato per gli amanti del black metal, e specialmente per quelli del sound svedese.

Track by Track
  1. An Eagle Upon My Shield (Veteris Vestigia Flammae) 80
  2. Before Me (The Womb of Spite) 75
  3. Carved in Disharmony (Void and Essence) 85
  4. Severed and Reversed (Feudal Attitude) 85
  5. Down Lower (Men and Ruins) 80
  6. Celebrate Consume ... Burn! 85
  7. Toward the Fallen Ones (Psalms to Discontinuity) 80
  8. Thorns to Redemption (Gemendo Germinat) 75
  9. Idols to Hung 85
  10. Icons With Devoured Faces 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
81

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 26.04.2019. Articolo letto 2589 volte.

 

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