Vereor Nox «Vereor Nox» (2019)
Recensione
Poco positivo, purtroppo, il secondo album dei symphonic blacksters Veneti Vereor Nox, band che condensa quasi 35 minuti di musica in 8 brani e che in questa sede ci propongono testi incentrati su un videogame (cito la biografia) chiamato Dark Souls, del quale non so niente.
Le magagne saltano ben presto all’orecchio durante l’ascolto di questo album, e sono riassumibili in una qualità sonora purtroppo scadente, che già dall’opener “Within the flames” suona molto ovattata, e che si rivela per quello che è in “My dear sister”: la tastiera suona fin troppo alta, così come la voce, la chitarra suona molto bassa di volume e poco nitida, e i bassi sono quasi esclusivamente forniti dalla drum machine, che suona fin troppo finta e meccanica. Poi certo, ci sarebbe anche il basso, che però si sente più che altro quando si lancia in qualche fraseggio, altrimenti neanche esso suona distinto o che riempie il suono. Questo sound deficitario di fatto manda all’aria gran parte del secondo sforzo discografico di Vereor Nox, penalizzando parecchio delle composizioni che tra l’altro hanno vari livelli d’intensità, con una opener “My dear sister” anche ok ma molto basilare, una “Born under the moon” che poggia sul pianoforte ma che suona poco rifinita, e una “The crossbreed” con un giro di pianoforte che a me ricorda troppo “A song to say goodbye” dei Placebo. Bisogna aspettare “Void” per sentire qualcosa di più compatto e che funziona proprio perché i VN mettono un attimo da parte la sinfonia e vanno più dritti al punto.
Insomma: questo disco si propone un singolare target compositivo rifacendosi a un videogame (non so se anche a livello musicale), ma la commistione tra musica black e sinfonia è minimale e poco amalgamata, il che va a peggiorare il difetto già descritto e dato da una qualità sonora mediocre e ad affossare definitivamente la riuscita del secondo album di Vereor Nox. Già il disco per via delle tematiche utilizzate diventa qualcosa di destinato ad una fascia di pubblico molto ristretta (non è un male di per sé, anche se riduce il bacino d’utenza) ma aggiungete i difetti finora descritti, e si vede come in sostanza l’album viene distrutto, e la fruibilità risulta molto pretestuosa e complicata. Mi spiace dover bocciare quest’album, ma al secondo album suoni così non sono giustificabili, e se si paragona questo con l’underground nazionale e non solo, appare chiaro che i Vereor Nox sono sotto la media.
Track by Track
- Within the flames 55
- My dear sister 55
- Born under the moon 50
- The crossbreed 50
- The silence in the cathedral 55
- Void 60
- Dense of nothingness 55
- Your grave 50
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 40
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 50
- Tecnica: 55
Giudizio Finale
55Recensione di Snarl » pubblicata il 09.06.2019. Articolo letto 1771 volte.
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