Traum Jesters «The Pulpit Of St. Joseph» (2019)

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Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
07.03.2020

 

Visualizzazioni:
1748

 

Band:
Traum Jesters
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Titolo:
The Pulpit Of St. Joseph

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Claudio Saracino :: Vocals, backing vocals, lyrics;
- Pierpaolo Lucchesi :: Guitars, synth, bass, programming, backing vocals, premix;
- Eugenio Zazzara :: Bass;
- Mariano Celentano :: Drums;
- Davide Catini :: Lead guitar;

 

Genere:
Industrial Metal

 

Durata:
49' 24"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
15.11.2019

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Mi ero occupato dei Traum Jesters in occasione dell’uscita del loro precedente album e devo dire ancora una volta che questa band sa bene il fatto suo nella materia del metal industriale con il nuovo disco “The Pulpith Of St. Joseph” offrendo la giusta grinta avvalorata dalla buona proposta strutturale e ritmica. Maggiorati questa volta i passaggi più metal risultanti prevalenti rispetto alla classica elettronica e agli effetti cupi ed ovattati. Molti i passaggi melodici stesi su contesti ritmici moderati arricchiti dal buon lavoro del clean pronto ad offrire ancora una volta una certa modernità al tutto; altra interessante iniziativa sono in ogni caso gli effetti, come si accennava sopra, maggiormente curati e ottimamente collimanti con ritmica e quant’altro. L’ascolto delle dodici tracce scorre piuttosto bene a cominciare da “This Stick Empire” per proseguire con “Death From Above” e l’ottima “Skulls” per i suoi melodici e la buon impostazione metal; molto bello invece il ritornello cantato e anche suonato di “A Perfect Panic Room” forte anche della buona iniziativa della chitarra; piuttosto scattante quasi dai profili punk “The Kreator Of Darkness”; da evidenziare anche “Champion Of London” un concentrato di elettronica in pieno assetto post futuristico capace di miscelarsi a dovere con effetti e sonorità distorte; molto oscura l’apertura di chitarra per “Unwilling To Help”, effetto che si propaga per l’intero ascolto del brano; nuovamente in pieno assetto industrial è anche “Funeral Of The Dragon” in cui la band sa miscelare al meglio distorti synth elettronica e quanto di similare; conclude il disco la moderata “Purgatory” , un brano che alterna industrial a qualche passaggio più acustico. Il lavoro come detto è maggiormente propositivo rispetto alla precedente uscita e ci conferma una band che può sorprendere ogni volta che lo desidera senza mai creare sorprese o imbarazzi.

Track by Track
  1. This Sick Empire 70
  2. Death From Above 70
  3. Skulls 80
  4. A Perfect Panic Room 75
  5. The Creator Of Darkness 80
  6. A Love Song For The Goddess Of Luck 70
  7. Caucus Race 70
  8. Champions Of London 75
  9. Unwilling To Help 80
  10. Clockwork World 70
  11. Funeral Of The Dragon 70
  12. Purgatory 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
75

 

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