Bedsore «Hypnagogic Hallucinations» (2020)
Recensione
Particolare questo “Hypnagogic Hallucinations”, debutto dei romani Bedsore, band che si cimenta attraverso un genere che abbraccia lo spettro dell’horror un po’ alla Dario Argento, tanto per intenderci, unificato a desolazione oscurità sino a varcare le soglie del death metal. Giocoforza del disco sono le spettrali melodie realizzate tra chitarre acustiche e synth che offrono scenari desolanti, quasi ambient, all’interno dei quali si inseriscono partiture forgiate con riff e ritmiche complessivamente apprezzabili. Non male neanche lo scream cantato dato con una forsennata propensione al male, un po’ alla Martin Van Drunen, mentre alcuni passaggi ritmici tendono a ricordare lontanamente i primi death. L’intro di oltre tre minuti abbondanti di “The Gate Disclurure”, genera subito un clima assai inquietante ma ben presto la band fa sentire anche i propri artigli con la successiva “The Gate Closure”, un brano in cui prendono corpo anche distorti generati da un motivo ripetuto apertura che lascia quasi pensare ad un qualcosa di strumentale; le cose si fanno ancora più interessanti soprattutto con “Deathgazer”, un brano forse decisamente più diretto, suonato un po’ ricordando la band sopraccitata; desolante e gelida l’apertura di “At The Mountains Of Madness”, forte di un acustico di pregio con annesso accompagnamento del synth; nei suoi otto minuti di esecuzione la band dà prova anche di una decisa compattezza ritmica un po’ penalizzata da una produzione non proprio stellare che indubbiamente fa ovattare il tutto soprattutto nella parte centrale per poi rioffrire una certa nitidezza nel desolante finale; anche “Cauliflower Growth” si rileva con delle buone iniziative ritmiche ma non pare troppo condivisibile l’effetto che fregia lo scream, forse nuovamente un po’ ovattato; bene invece l’apertura diretta dato da un lead per “Disebowelment Of The Soul”, brano ritmicamente incentrato sulla performance particolarmente sentita del cantato alla sua massima espressività; nuovo scenario gelido con “Brains On The Tarmac”, dove il lungo intro fa da apripista ad un mid tempo che si cimenta in varie diversificazioni ritmiche. Interessante iniziativa della band, in cui ben vengono collimati scenari lugubri e pavidi ad andature death metal; parzialmente soddisfacente invece la produzione che in parte tende un po’ ad offuscare passaggi che in realtà hanno molto per farsi apprezzare.
Track by Track
- The Gate Disclurure S.V.
- The Gate Closure 70
- Deathgazer 75
- At The Mountains Of Madness 65
- Cauliflower Growth 65
- Disebowelment Of The Soul 70
- Brains On The Tarmac 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 80
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
71Recensione di Wolverine » pubblicata il 06.10.2020. Articolo letto 1337 volte.
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