Amantyde «Madchen» [2011]
Amantyde
Titolo:
Madchen
Nazione:
Italia
Formazione:
Nicky Genovese: Voce
Dario Pisasale: Chitarra
Andrea Armiato: Basso, Scream E Growl
Geremia Vinattieri: Batteria
Genere:
Durata:
34' 0"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione
Adagiare carezzevoli gorgheggi femminili su di una base di groove, genere votato di solito al pogo e all’headbanging più che all’introspezione, può essere vista come un operazione coraggiosa o ruffiana, a seconda dei punti di vista. Ma i Veneti Amantyde sembrano non vergognarsene, e se ne fanno fieri portatori in questo loro nuovo lavoro.
Dietro agli occhi neri e disperati della mädchen in copertina, si nasconde un terzetto di musicisti appassionati dei ritmi cadenzati e trascinanti di scuola Pantera, oltre che la voce ammaliatrice della cantante Nicky, dotata di un timbro caldissimo, quasi soul, e che ammanta l’intero album di una aggressività vellutata, che graffia e accarezza contemporaneamente, aiutata da eccellenti contrappunti in growl del bassista. Se Phil Anselmo sposasse Amy Lee, loro figlia farebbe una musica simile a quella degli Amantyde, per capirci.
Il risultato di questa amalgama piacerà a tutti coloro che pensano che il metal può essere orecchiabile, e che ci sia bisogno di musica "alternative" (un termine utilizzato per descriversi dalla band stessa, ma che lascia sempre perplessi, dato che di solito serve a catalogare quel filone della nostra musica preferita che strizza l’occhio al mainstream).
Purtroppo non è tutto rose e fiori in casa Amantyde. Il difetto più diffuso tra i brani dell’album è far seguire a strofe potenti e incisive dei ritornelli un po’ piatti, e che si affidano davvero un po’ troppo alla melodia, spesso non all’altezza del compito. In altre parole, dopo una premessa groovy e che ci carica a dovere, tutta la tensione che si è creata si sgonfia in soluzioni musicali troppo convenzionali, a tratti davvero troppo pop. La formula di casa Amantyde funziona dove il gruppo osa di più, e la cantante tira fuori il suo lato più virtuosistico (molto riuscita in questo senso Myenemy).
In definitiva, una band con abilità ma che dovrebbe imparare meglio a conciliare le sue due anime, e un album discreto, che ha le carte in tavola per piacere a chi non disprezza il Metal anche nelle sue accezioni più easy listening.
In coda all’album la cover più sopra le righe di Zombie dei Cranberries che abbiate mai sentito.
Track by Track
- Creepy Crowlies 65
- Join Me in The Desert 55
- Dust Childhood 70
- Summer Breeze 60
- My Cold Room 60
- Myenemy 70
- Nothing but the Rain 70
- Princess of Lies 65
- Zombie 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
67Recensione di Zoro pubblicata il --. Articolo letto 1922 volte.
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