Detestor «Fulgor» [2011]

Detestor «Fulgor» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1988

 

Band:
Detestor
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Titolo:
Fulgor

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Jaiko - vocals
Niki - vocals
Loris - guitars
Ale P. - bass
Rigel - drums (studio)
Fog - drums (live)

 

Genere:

 

Durata:
46' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il ritorno dei deathsters Detestor non era cosa nuova e rappresentava un pensiero abbastanza comune nella mente di molti metalheads. Come tutti sanno, la band non è certo formata da novellini del genere e, ridendo e scherzando, son già passati molti anni (più di 20) da quando i nostri han fatto capolino guardando verso le scene ed hanno contribuito in maniera sostanzialmente buona a migliorarle in qualità. Questo già dagli anni '90 con i due full-lenght "In The Circle Of Time" e "Red Sand" e con l'EP “Ego” datato 1998, dopodichè il coma per 12 lunghi e barbosi anni, fino ad arrivare alla sveglia con questo particolare “Fulgor”.
Ultima uscita quindi che risveglia un po' se vogliamo gli animi del vecchio death metal e restituendocelo con un bel po' di swedish e contrappuntistica più moderna. Sono brani costruiti bene in cui ogni strumento può anche risultare protagonista (lo splendido basso della title-track ad esempio che culmina la sua scena con un elegante assolo verso la metà del brano). Ma dopo tanti anni riaccendere una fiamma non è mai cosa semplice e la missione dei nostri è riuscita solo in parte.
“Fulgor” funziona anche per la qualità molto sporca che ci riporta indietro con la mente, ma alle lunghe non soddisfa al meglio, in quanto le intromissioni repentine di melodia stravolgono troppo le canzoni, rendendole fuori tono (“God Is Empty”), oppure appiattendole (“Regression”) al rango di “metal moderno”...epiteto odioso da utilizzare, ma altro non mi viene in mente.
“Fulgor” è il classico disco del ritorno di una band di professionisti ma, sarà per il troppo tempo fuori dalle scene, i nostri dovranno impegnarsi un po' di più per tornare in pompa magna. I problemi tuttavia terminano qui, il disco si salva (e non potrebbe fare altrimenti) in corner grazie a due brani veramente degni di nota, “Boot Shaped Country” e la lunga e tortuosa title-track “Fulgor” inserita saggiamente come ultima traccia. La classe c'è, il gusto pure, ma ancora c'è da sistemare qualcosa per risultare originali, poiché ci si aspetta sempre molto da band come queste.

Track by Track
  1. God Is Empty 40
  2. The Wrong Way 60
  3. Boot Shaped Country 75
  4. Free Of Cry 60
  5. I Fell Disgusted 60
  6. The Human Race 65
  7. Regression 60
  8. Nobody Stops Me 65
  9. Finished 65
  10. Fulgor 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
64

 

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