Hall Of Hate «Twofold Reality» [2010]
Hall Of Hate
Titolo:
Twofold Reality
Nazione:
Italia
Formazione:
Alessio Mafrici - vocals
Michael Spezzi - guitars
Lorenzo Lucchini - guitars
Giulio Cecinelli - bass
Giulio Marconi - drums
Genere:
Durata:
26' 28"
Formato:
EP
2010
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Anno del Signore 2000. In un’epoca dove ancora internet era un lusso e gli strumenti tecnologici a disposizione di squattrinati musicisti in erba erano pressochè scarsi, capitava spesso di imbattersi in demo di qualità non proprio eccelsa. Chi, come me, comincia ad avere i capelli bianchi in testa, ricorderà bene quei promo-cd e demo-tapes con la copertina in bianco e nero, registrati per la maggior parte in presa diretta con un quattro piste: altri tempi, preistoria se vogliamo, ma nel tollerare quei nastri inascoltabili si riconosceva immediatamente chi aveva talento (destinato ad un roseo futuro) e chi era un bracciante levato ai campi (destinato inesorabilmente all’oblio). Anno del Signore 2010. Internet e la tecnologia sono diventati accessibili anche ai muri e la qualità audio s’è ormai standardizzata. Ma pur trovandoci oggi nell’epoca dell’iperuranio e degli home-recording, arrivano ancora sotto mano promozionali che sembrano registrati con gli strumenti di dieci anni fa. Niente di eccessivamente grave, se considerato che chi vi parla ne ha viste e, soprattutto, sentite tante, ma l’orecchio dell’ascoltatore medio s’è abituato ormai a standard più elevati ed anche da chi si cimenta nei suoi primi lavori in studio è lecito aspettarsi ben altro.
L’aspetto infatti di maggior deficit di questo nuovo lavoro dei ternani Hall Of Hate, successore del primo demo “Into The Unreal World”, è proprio la sua qualità sonora, che penalizza fortemente sia l’ascolto che la resa generale dei pezzi in esso contenuti. Ed è un peccato se si considera che nei 26 minuti che compongono “Twofold Reality” emergono sovente buoni spunti ed idee sufficientemente valide. La mancanza di un adeguato lavoro di post-produzione mette però a nudo i principali difetti di un gruppo ancora alla ricerca della sua identità. Da un lato appare chiaro che il quintetto punti tutto sull’aggressività, cercando di rincarare spesso la dose con frequenti spunti melodici, sia negli arrangiamenti che nelle linee vocali. Così come emergono palesi le influenze della band, che si cimenta in un robusto thrash-core a cavallo tra la scuola scandinava e quella americana di Unearth ed As I Lay Dying, specie nelle parti più tirate. D’altra parte però è pur vero che, per destreggiarsi in una proposta ormai arrivata alla saturazione completa, occorre assimilare bene i generi di riferimento e puntare decisi verso una proposta che non lasci il minimo dubbio all’ascolto e che sia qualitativamente più elevata di quanto già fatto da altri. In questo senso, la band ha ancora molto da lavorare: i cinque pezzi presentati (tolte la intro e l’outro) non sempre convincono a pieno, lasciando spesso e volentieri la sensazione di voler fare il passo più lungo della gamba. Inoltre, in alcuni casi il song-writing non presenta quella pulizia e quella cura determinanti a far risultare i pezzi assemblati nelle loro singole parti, sia strumentali che vocali. Complice poi la produzione un po’ grossolana, ci si imbatte spesso in imprecisioni ed errori di esecuzione, aspetto che non sfugge neanche all’orecchio più distratto. Ma come precisato in precedenza, da “Twofold Reality” emergono anche buone idee ed in questo caso vanno citate la godibile “Hymn” e la più intricata “At Wane”, gli unici episodi in cui gli Hall Of Hate denotano maggiore sicurezza e padronanza dei propri mezzi, anche se con le dovute riserve.
In definitiva, non tutti i mali vengono per nuocere e ci si augura che il combo ternano prenda spunto da queste parole per tirarsi su le maniche ed affrontare un percorso che, ora come ora, sembra più che mai in salita. Oltre che non ripetere gli errori commessi in questa sede, sarà opportuno affinare certi meccanismi e caratteristiche, sia tecniche che esecutive, che ad oggi sono ormai consone a tutti coloro che vogliono ritagliarsi uno spazio all'interno della scena. Una base di partenza, seppur ancora allo stato embrionale, è comunque presente, resta solo aspettare di vedere cosa accadrà. Nel frattempo, buon lavoro.
Track by Track
- Intro (Losing) S.V.
- Hymn 60
- The Dispelling Silence 50
- Harlot's Curse 55
- At Wane 65
- Vile Darkness 50
- Outro (Eternally) S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 40
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 55
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
56Recensione di Cynicalsphere pubblicata il --. Articolo letto 1558 volte.
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