Ira «The Syndrome Of Decline» [2012]
Ira
Titolo:
The Syndrome Of Decline
Nazione:
Italia
Formazione:
Euro Rebigni :: Bass
Alessandro Caruso :: Drums
Christian Scorziello :: Guitars
Giuseppe "rex" Caruso :: Guitars, Vocals
Genere:
Durata:
44' 6"
Formato:
CD
2012
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Per descrivere il primo full length dei milanesi Ira desidero partire prima dai punti negativi: se siete assidui frequentatori di concerti metal (e spero di sì) vi sarà capitato di imbattervi nella tipica band spacciata come Death Metal, ma che in realtà propone più o meno (parlando per termini sommari) la solita musica definita tecnica, a volte progressive ma in generale sfociante in una specie di polpettone spesso death melodico, con riffs tipicamente death/thrash subito armonizzati, con bpm quasi mai elevati e anzi andanti sempre a velocità medie, e in generale con brani innocui, poco aggressivi, manieristici e troppo monodirezionali in tutto il disco. Beh, questo è in parte il caso degli Ira. Il disco è per l’appunto quanto detto sopra: un disco metal tecnico, con qualità sonora moderna, ben suonato, con sfoggio di assoli continui, poca velocità e rabbia ma con molta ricerca musicale, ma per contro anche ben poco brutale, a volte troppo melodico, neanche troppo originale perché quello che suonano gli Ira almeno in Italia lo fanno molte altre bands, e anche se ci sta un brano che parte veloce e cattivo come la conclusiva “No hope”, dura poco: il riff viene immediatamente armonizzato e si ritorna nel solito mood debitore al melodic death scandinavo. Con i Soilwork e gli Omnium Gatherum come sicuri termini di riferimento musicali, mentre i Death non sono presenti se non sotto forma di alcuni tempi dispari e poco più. Poco originale. Talmente poco originale e già sentito, da essere un cliché quasi fastidioso.
Però devo riconoscere che per una volta (e giuro: sono molto poco tollerante su questo stile musicale) sento qualcosa che è sì per nulla innovativo, ma almeno fatto bene e con una dose sufficiente di vivacità tecnica, competenza musicale e alcune idee che riescono a sollevare questo “The syndrome of decline” da una indifferenza dovuta al fatto di riproporre la solita pappardella. La capacità della band è quella di scrivere canzoni come la migliore del lotto “Un-existence”, dove la presenza di riffs groove death metal riescono a sostenerla e a renderla un brano buono e decisamente diretto al bersaglio. Altri brani all’altezza e sugli scudi sono i primi due episodi della suite “occult doctrine”, della quale la seconda parte riprende certi solismi intricati alla Death. Meno riuscite, inoltre, sono le parti più intricate come la noiosa seconda parte di “Searching myself” e la seconda “Emotionless”, ben suonata ma molto scontata.
Insomma: poco o per nulla originale, e chi queste sonorità le ha già conosciute forse salterà questo disco a piè pari, ma in realtà l’ascolto di questo disco giustifica i soldi spesi e riesce a non ridursi alla solita minestrina riscaldata senz’arte né un briciolo di personalità. Non so in sede live fino a che punto queste composizioni potranno emergere da quelle di tanti altri gruppi che stanno sulle medesime coordinate sonore, ma l’ascolto del disco non è male ed è tranquillamente consigliabile a chi non disdegna queste sonorità. Il giudizio finale è un sette meno che premia lo sforzo e i pregi suddetti, ma per il prossimo cd auspichiamo ancora più originalità e meno voglia di suonare o di stare all’ombra dei propri idoli pur rimanendo sul metal estremo. La minestrina è riscaldata, ma almeno gli Ira hanno avuto il buonsenso di metterci qualcosa di proprio a questa ricetta. Alla prossima!
Track by Track
- Lost in pain 65
- Emotionless 60
- Un-existence 75
- Occult doctrine Pt.1 (Hidden Reality) 70
- Occult doctrine Pt. 2 (The creature) 70
- Occult doctrine Pt. 3 (Calm before the storm) 65
- Occult Doctrine Pt. 4 (Past returns) 60
- Searching myself 55
- No hope 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 60
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
67Recensione di Snarl pubblicata il --. Articolo letto 2739 volte.
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