Kingcrow «Insider» [2003]

Kingcrow «Insider» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Riccardone »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
4342

 

Band:
Kingcrow
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Titolo:
Insider

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Mauro Gelsomini : Lead and Backing vocals
Diego Cafolla : Gguitars, keyboards and backing vocals
Thundra Cafolla : Drums and Percussion
Ivan Nastasi : Guitars
Matteo Trinei : Bass

 

Genere:

 

Durata:
49' 32"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2003

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Finalmente il nuovo album dei Kingcrow. Dal 1996 a oggi, i 'romanacci' hanno prodotto moltissimo. Dopo il primo demo "Eyes of Memories", che ha riscosso anche un buon successo per quello che è l'underground metal italiano, li ritroviamo nel 2000 con "Hurricane's eye", il degno successore progressive del precedente demo. Nel 2001 esce finalmente il primo debut album "Something unknown" e quindi nel 2003 un nuovo promo CD di tre traccie "Matzmariels". Eccoci quindi all'ultimo "Insider".
Solitamente le recensioni di questa web-zine vengono fatte traccia per traccia, anche a dimostrazione che i CD speditici li sentiamo veramente (perchè? Avevate dubbi? ndr), ma in questo caso siamo di fronte ad un album in stile "Rock Opera" o "moving concept album", come preferite, quindi non ha molto senso commentare la singola traccia, in quanto questa va intesa all'interno di un contesto molto più ampio ed elaborato. Ci possono essere dei flashback che riprendono il tema di una traccia precedente e così via... Cercherò quindi, per tenere fede allo 'standard' delle recensioni di fare lo stesso un percorso track by track, ma con un orecchio sempre rivolto al passato ...
"Friendship" è la prima traccia del disco, che si apre con un vocio di sottofondo, il quale lascia subito il posto ad un bel motivo di chitarra distorta, il quale ci mette subito di fronte alla grande padronanza dello strumento dei chitarristi. Il tutto poi da spazio alla voce, che prende trionfale la scena, la musica fa da sottofondo, in pieno stile Opera. La seconda traccia "The project" entra senza fare rumore, cioè non ci accorgiamo di essere passati alla seconda traccia. Il suono è più definito con un riff Rock in stile Rush. Il primo solo di chitarra è un po' impastato, ma è giusto così! Bello! Il secondo ha un suono un po' più definito e forse è anche più curato tecnicamente. Quindi, già dalle prime due traccie, si evince una ottima tecnica del gruppo in special modo dei chitarristi (chi scrive è un chitarrista fallito..., ndr). La traccia si conclude con un monologo di voce, che introduce la terza traccia "Temptation", pezzo completamente strumentale, in cui finalmente emergono le doti tecniche della batteria, del basso, delle tastiere, il tutto in pieno stile Prog. La traccia si conclude con una telefonata allarmante, che introduce la quarta traccia "Never say Die", la ballad!! Si inizia con un bell'arpeggio di chitarra acustica, ricca di chorus e riverbero, che poi lascia spazio a tutti gli strumenti, che ricorda per certi versi i poco fortunati Ten di Spellbound... Anche questa traccia si conclude con delle voci che introduco poi alla quinta traccia "Eyes of a betrayer", un riff in pieno stile Power speed. Bellissima e soprattutto efficace la bella 'sweepata' a 1'22", sembra Timo Tolki ... Nonostante siamo di fronte ad un pezzo Power, non mancano le variazioni e i cambi di ritmo. Il finale è un arpeggio di chitarra elettrica pulita che si protrae fino all'introduzione della sesta traccia "Into the cell" e fa da accompagnamento alla solita voce portante del tema. Si continua ancora con "Lies", la settima traccia in pieno stile Power, ma di quello fatto bene!! Il bello è che per sentire quest'album mi sono acceso il buon vecchio amplificatore per cuffie ad HexFET, per sentire meglio, per trovare qualche errore, ma niente... Verso la metà, il pezzo 'diverge' armoniosamente su colori più progressive per poi ritornare sulle sue orme. L'ottava traccia "The killing hand" si apre giustamente con l'effetto di un vetro che si rompe. E' forse la traccia più elaborata, nella durata di 8'30" si ha un giusto mix di Rock e Power, ma non mancano riff dalla cadenza tipicamente Thrash, si riprende in molti punti temi di traccie precedenti. Stacco netto e si va alla nona traccia "Stardust", che si apre con la voce portante del tema, la quale sfuma su un arpeggio di chitarra acustica, che fa da accompagnamento inzialmente al solo della seconda chitarra acustica e successivamente alla voce. Anche questa traccia ricorda un mix di Rock e Power, ma con un certo dinamismo e buon groove complessivamente. Al solito, la voce portante del tema conclude la traccia e ci introduce in quella seguente. Siamo a "Save me", la decima traccia, una ballad in cui non ci si annoia ad ascoltare quello che è diventato negli anni il bagaglio cultural-musicale dei chitarristi, accompagnamento metronomico con assoli al fulmicotone, il tutto eseguito con una pulizia eccellente... L'ultima traccia "Finale" è strumentale ed è la giusta conclusione di un'opera drammatica: un arpeggio lento e triste, atto ad indicare la morte dell'eroe protagonista dell'opera Jason e quindi il pianto dell'amico Alan. Lo stesso si ripete nella melodia portante delle chitarre e della tastiera.
Che dire nel complesso ? Beh, sicuramente i ragazzi hanno dimostrato di saper suonare più generi metal, e di aver buona tecnica e buon gusto nell'arrangiamento dei pezzi. Il mixaggio è spettacolare. Concluderei con un aggettivo : Eccezionale!! Assolutamente da ascoltare per chi, come me, ama i generi Speed, Rock, Power, Thrash, Prog. Grazie ragazzi!!

Track by Track
  1. Friendship 95
  2. The project 99
  3. Temptation 99
  4. Never say die 95
  5. Eyes of a betrayer 99
  6. Into the cell 90
  7. Lies 95
  8. The killing hand 95
  9. Stardust 95
  10. Save me 99
  11. Finale 99
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 90
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 99
Giudizio Finale
95

 

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