Labyrinth «Freeman» [2005]

Labyrinth «Freeman» | MetalWave.it Recensioni Autore:
BurdeN »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
2949

 

Band:
Labyrinth
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Titolo:
Freeman

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Roberto Tiranti: voce
Andrea Cantarelli: chitarra
Pier Gonella: chitarra
Andrea de Paoli: tastiere, synth
Cristiano Bertocchi: basso
Mattia Stancioiu: batteria, backing vocals

 

Genere:

 

Durata:
47' 21"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2005

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Attendevo con ansia il sequel del precedente “Labyrinth”, disco che ci restituì una band sicura, completamente padrona della proprie capacità e soprattutto totalmente ristabilita dalla dipartita del chitarrista Olaf Thorsen, membro fondatore ora impegnato esclusivamente con i Vision Divine.
Questo nuovo parto discografico porta il nome di “Freeman” e si candida come miglior disco mai pubblicato fino ad ora dai Labyrinth, in esso prendono forma definitiva tutte quelle caratteristiche che hanno reso grande il precedente album, ossia raffinatissimi arrangiamenti elettronici, una parsimoniosa cura per le melodie, sempre ariose, fresche e coinvolgenti.
Gli elementi che hanno in qualche modo giovato all’economia del gruppo e che si rendono assolutamente protagonisti di questo nuovo “Freeman” sono senza dubbio l’uso dell’elettronica e la maggiore grinta di cui si nutrono i riffs in molti episodi del disco.
Ma andiamo con calma, analizziamo il primo elemento di cui sopra, ossia i synth, che ora sono completamente amalgamati con le esigenze stilistiche della loro musica, donando quindi maggiore originalità e innovazione ai fini del prodotto finale, soprattutto quando sono sorretti dalle potenti ritmiche di chitarra che in alcune tracce come “L.Y.A.F.H.”, “Dive in Open Waters”, “Nothing New” oppure nella seconda metà di “Deserter” danno davvero una carica e una spinta in più, senza per questo relegare da una parte il gusto per l’orecchiabilità e la melodia, mai pacchiani e banali.
Quello che le mie orecchie stanno ascoltando è davvero un’opera di lusso, che travalica i confini della musica per inglobare in sé tanti stili senza snaturare nulla, anzi, questo gusto vagamente progressive arricchisce il tutto fino ad esplodere nella bellissima “Face and Pay”, ascoltate verso la metà quel intermezzo jazzato che lascia davvero bocca aperta, con un Roberto Tiranti da brividi fino alla sfuriata finale che trascina via tutto con un refrain indovinato e facilmente memorizzabile.
I Labyrinth sembrano possederne una più del Diavolo, nel vero senso della parole, ed ecco che anche in “Malcom Grey” ci deliziano con un’altra grande lezione di gusto e classe, anche quando i ritmi si fanno più cadenzati e delicati di certo non si tirano indietro, ed ecco che avvolgenti e calde melodie coinvolgono i sensi fino al completo rilassamento, dettato da stupendi giri di tastiera che fanno il paio con ricercati, ma mai invadenti, suoni elettronici.
Discorso analogo si può fare per la successiva, nel complesso forse un pochino più robusta “Infidels”.
Per quanto riguarda la musica il disco si conclude con un brano intitolato “Meanings”,un riuscito esperimento fra il metal di stampo classico e sintetizzatori di matrice prog, semplici e mai di troppo, un’altra testimonianza (sempre se ancora ce ne fosse bisogno) di originalità, a proposito ascoltatevi gli ultimi 20 secondi…
I Labyrinth ci dimostrano inoltre che il saper fare Arte non passa esclusivamente attraverso il saper comporre complesse ed affascinanti strutture musicale, ma anche attraverso apparati lirici molto intelligenti e ben curati, stavolta il concept analizza la libertà dell’uomo da vari punti di vista, non per altro, il titolo dell’album parla chiaro… date un’occhiata ai testi, non ve ne pentirete.
Come ciliegina sulla torta ci si mette anche una bellissima copertina dai temi “intellettualoidi” che rispecchia pienamente le tematiche trattate nel concept ed in più anche un succulento Dvd con video, foto e ben 3 lives, di cui uno a Tokyo…
Non ho altro da aggiungere, “Freeman” è una tappa obbligatoria per tutti voi.

Track by Track
  1. L.Y.A.F.H. 75
  2. Deserter 80
  3. Dive in Open Waters 75
  4. Freeman 80
  5. M3 75
  6. Face and Pay 80
  7. Malcolm Grey 85
  8. Nothing New 80
  9. Infidels 75
  10. Meanings 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
80

 

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