Logic Edge «Skelecybe» [2008]
Logic Edge
Titolo:
Skelecybe
Nazione:
Italia
Formazione:
FAb DeVille: Vocals
Frank Campese: Guitars
Federico Maffei: Bass
Marcello Ricci: Drums
Genere:
Durata:
23' 38"
Formato:
2008
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
I Logic Edge sono una band milanese nata nel 2001 con all’attivo due demo e partecipazioni a diverse compilation (“Cover fo Madness” della SG records e le compilation di “Metal Beta” e “Metal Demons”) che propone un metal contaminato e ambizioso mirato ad ibridare il suono pesante e malato di Meshuggah e Nervermore con attitudini più melodiche e solari come quelle dei Queensryche e dei Dream Theater.
Il suond di questo “Skelecybe” è di prima categoria per un demo (ma non solo) e un primo plauso va quindi a Federico Maffei che, oltre ad essere il bassista della band, si è occupato di produzione, edititing, missaggio e mastering. Il disco esplode infatti potente e moderno dalle casse, con tutti gli strumenti ben bilanciati e suoni molto buoni, in particolare spiccano le chitarrone ribassate e la batteria molto moderna e quasi “cyber”. Anche voci e cori vari sono molto ben integrati nel contesto, l’unico appunto a parer mio è che paradossalmente è proprio il basso ad essere un po’ poco presente, ma si tratta di sofismo vero e proprio. L’esecuzione dei singoli è priva di pecche e si nota che il tutto è stato curato con grande perizia, dagli arrangiamenti alla fase di mastering. Dato il genere proposto la tecnica non può che essere buona anche se, stranamente, sono quasi assenti gli infiniti soli di chitarra tanto adorati dai progsters, mentre viene preferito l’assalto ritmico violento e thrash-oriented che, seppur ricercato, non raggiunge mai i livelli parossistici di Meshuggah e simili. La prova vocale di FAb DeVille, il quale possiede una timbrica che non può non ricordare da vicino quella di LaBrie, è tecnicamente ineccepibile anche se a volte risulta un po’ monocorde, soprattutto quando indugia sulle tonalità più alte.
Veniamo ora ai pezzi. Si parte con “All Of Your Christs”, che mette in campo un ritmicone spacca-ossa (quasi alla Simphony X) sul quale svolazza il vocalist ed un bel ritornello tra i più coinvolgenti dell’intero lavoro. “Flesh of God” è un up-tempo con una struttura ritmica più semplice e buone melodie dove però le reminiscenze del teatro dei sogni si fanno sentire più che altrove, soprattutto nelle melodie, e dove il senso di deja vu, complice la timbrica del singer, è inevitabile. In “My Deepest Mental Area” (presentata con l’acronimo che indica la simpatica “droga dell’abbraccio”) i nostri sperimentano con successo soluzioni più aggressive e quasi “nu”, grazie soprattutto al cambio di impostazione nel cantato ed alle ritmiche spezzate. “Birth of a Democracy” si muove su strutture più particolari dove la dissonanza è vero è proprio leitmotiv per un brano convincente e personale. “Equalized” è l’ultimo brano originale del lotto ed è un mid tempo che perde un po’ il mordente dei precedenti pezzi assestandosi su strutture più semplici e groovy ma che assesta comunque un altro ritornello convincente. La chiusura del disco è affidata alla cover di “Army of Me”, grande successo (con tanto di onirico video di Gondry), oramai con più di dieci anni sulla spalle, di una delle più innovative artiste europee degli anni 90: Bjork. Il pezzo, che in originale era una sorta di incrocio tra atmosfere pop e elettroniche, deve essere per forza di cose riadattato alla strumentazione di una metal band, ma i Logic Edge non lo sconvolgono più di tanto appropriandosene bene senza stravolgerlo.
“Skelecybe” è un lavoro formalmente pressoché perfetto (è infatti il solo artwork, pur se ben congegnato, a lasciar trasparire che si tratta di un demo) dove la band mette in campo buone capacità tecniche, esaltate da un’eccellente resa sonora, che mostra la volontà di imboccare una strada personale intrecciando influenze solo apparentemente molto lontane tra loro, risultando godibile nella sua interezza ed esaltante in alcune parti. I Logic Edge sono quindi sulla buona via per raggiungere il loro ambizioso obiettivo e devono solo riuscire a rendere il tutto un po’ più coinvolgente (come qui accade perfettamente ad esempio con l’opener e “Birth of a Democracy”) scrollandosi di dosso quel senso di deja vu che di tanto in tanto affiora (in questo senso avere un cantante con una timbrica simile ad un “mostro sacro” è sempre un’arma a doppio taglio). E ora attendiamo con fiducia il full lenght che, se tutto procede come dovrebbe, ci potrà consegnare un’interessante novità per il panorama italico e non solo.
Track by Track
- All Of Your Christs 85
- Flesh Of God (Teonanacatl) 70
- M.D.M.A. (My Deepest Mental Area) 80
- Birth Of Democracy 85
- Equalized 75
- Army of Me 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 90
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 80
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
79Recensione di Maglor pubblicata il --. Articolo letto 1768 volte.
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