Lunacy Box «Lunacy Box» [2009]

Lunacy Box «Lunacy Box» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Ojumalu »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1325

 

Band:
Lunacy Box
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Titolo:
Lunacy Box

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Ms Larsen Voce
Andrea Bastoni Bass
Cristiano Santini Guitars
Davide Furlani Drums

 

Genere:

 

Durata:
38' 38"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2009

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Primo lavoro. Ad ascoltare questo disco di esordio dei Lunacy Box (omonimo), formazione emiliana che si candida a rappresentante nostrana di quel goth-pop con influenze rock, che sicuramente è il frutto di un viaggio temporale dell'orecchio dei nostri in tre decenni di musica, si coglie,
indiscutibilmente, quale direttrice vorrà essere tracciata e percorsa, e che sensazioni vorranno esserci somministrate.
Il primo impatto genera, erroneamente, l'impressione di essere dinnanzi ad un lavoro assimilabile a una band sul genere di quelle che, negli anni '90, hanno trovato la propria consacrazione, come Skunk Anansie o Guano Apes, formazioni che insomma, hanno svettato in una scena piuttosto commerciale senza però perdere qualità e coerenza stilistica; ma l'ingresso della voce, e il primo stacco strumentale, riveleranno tuttaltro, regalando un disco che forse è molto più radicato negli anni '80 e in un rigurgito di malinconia suburbana che nella stretta attualità.
Il primo brano, Wrong Lane, si trasforma, incalzante ed essenziale, nella fotografia dell'intero lavoro: componente elettronica a legare e
dare il graffio '80, voce sensuale e malinconicamente retro ad ammaliare l'ascoltatore, melodie che trovano, in un interessante gioco di arrangiamenti, il
modo di far trasudare un'atmosfera alla "She's in Parties" o "Hollow Hills" dei Bauhaus ad un prodotto che in realtà è più vicino per struttura e assonanze
ai Cranberries (quelli di canzoni come Salvation, Promises o Zombie per intenderci); e proprio questa dicotomia tra rock-pop '90 e malinconia elettronica
trova forse, l'esempio migliore, nella ballad semi-acustica "Hide" che avvicina alla sensibilità di una vocalità alla Dolores O'Riordan goth version,
echi vividi dei Bauhaus di "All We Ever Wanted".
Da menzionare la cover di "Hey Man Nice Shot" dei Filter (dove troviamo la collaborazione di Justin Bennett degli Skinny Puppie) e i brani "Save" e
"More Than I Do", forse i due più apprezzabili dell'intero album.

In buona sostanza, lavoro gradevole e orecchiabile, di chiara matrice, forse ancora "acerbo", ma buon punto di partenza per poter crescere e riproporre, già
dal prossimo album, un prodotto ancora più personale, dove sublimare al meglio la ricerca delle alchimie fra nostalgia del passato e rabbia per il presente.

Track by Track
  1. Wrong Lane 90
  2. Save 80
  3. Love to Hate Me 75
  4. Broken Dreams 65
  5. Hey Man Prelude 60
  6. Hey Man Nice Shot 70
  7. No Turning Back 65
  8. I Think I'm Done 75
  9. Hide 85
  10. More Than I Do 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 90
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
76

 

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