Sutuana «Araba Fenice» [2011]
Sutuana
Titolo:
Araba Fenice
Nazione:
Italia
Formazione:
Diego Boschini - vocals
Lorenzo Zagni - guitars, backing vocals
Marco Nicoli - bass
Gianluca Montanari - drums
Genere:
Durata:
43' 32"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Quando sento la parola Sutuana, mi viene in mente quell'altra parola che non riesco mai a scrivere con il T9 del telefonino, quando mi girano le palle (e vediamo chi ci arriva, chi ha provato almeno una volta lo sa). E non mi stupirei che il gruppo avesse deciso di chiamarsi così proprio per quel motivo; perché loro sono così, una band semplice di rock, magari talvolta più incisiva, ma non scomoderei la particella hard, per un disco così, nonostante qualche passaggio piuttosto irruento (checché ne dica la band stessa).
Sono in giro da diversi anni e questo "Araba Fenice" è il loro ultimo album, nato in calce alla dolorosa perdita della loro sala prove, causa incendio, con testi in italiano. La parte strumentale di questo album non è poi male, seppur non trascendentale, dato che in fin dei conti le soluzioni sono piuttosto canoniche (un po' di flanger sul basso crea tutt'altro che una rivoluzione). Registrato con un buon feeling live, che esalta i suoni della batteria, le calde dinamiche della chitarra e le profonde vibrazioni del basso, il disco è letteralmente crocefisso da una performance vocale quasi irritante; non lo dico con l'intento di essere offensivo, purtroppo i vocalizzi acidi (non sono proprio striduli, infatti...) e penetranti, che mirano sempre più in acuto, non sono all'altezza di quanto suonato e questo inficia non poco la riuscita; provate ad esempio ad ascoltare il ritornello di “Sogni”; non sarebbe neanche male, se la voce avesse un maggiore controllo delle note. I testi in italiano potrebbero essere coraggiosi, ma li ho trovati un po' ripetitivi; capisco la rabbia e il dolore di una perdita economica mica da poco come una sala prove, ma anche questo affossa un po' il disco; dopo poche tracce si contano già una serie di sbadigli e certe smorfie di imbarazzo di fronte alle linee vocali e a certi riff troppo all'italiana ("System Failure", "ArdenteMente" ad esempio) e la formula rodata del vecchio rock non aiuta a sentirsi coinvolti.
Infine per tutto il disco ho avuto la pessima sensazione di essere di fronte ad uno di quei dischi sampler, che uscivano patrocinati dal comune negli anni '90, che raccoglievano “le band delle cantine”. Per niente esaltante, nonostante la sua forma underground.
Track by Track
- ArdenteMente 50
- Senza Identità 65
- Crescere 60
- Distante 60
- Libera 55
- Sogni 55
- System Failure 50
- Sleaze 60
- Fuoco 50
- Follia 60
- TraDito 55
- Marcio Funebre 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 60
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
60Recensione di June pubblicata il --. Articolo letto 1812 volte.
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