The Blacktones «Distorted Reality» [2012]
The Blacktones
Titolo:
Distorted Reality
Nazione:
Italia
Formazione:
Simone Utzeri :: Vocals
Gianni Farci :: Bass
Sergio Boi :: Guitar
Maurizio Mura :: Drums
Genere:
Stoner / Metal
Durata:
19' 21"
Formato:
CD
2012
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
“Distorted Reality”, lavoro d’esordio (autoprodotto) dei cagliaritani “The Blacktones”, è un concentrato di Stoner-Metal a tinte grunge, stilisticamente influenzato dai fasti del genere a partire dai primi anni ’90 ad oggi. Un gruppo da tenere sottocchio per le ottime qualità ma che ancora non mostra di aver raggiunto la piena consapevolezza dei propri mezzi, fattore comune a tutte le giovani band che si affacciano alla scena metal e che certamente non inquina quanto di buono hanno fatto. Già dalla copertina si percepisce il messaggio che porta in se il disco, un agglomerato di atmosfere plumbee che fanno da tappeto alla possente voce di Simone Utzeri, un contrasto sonoro che rappresenta la convivenza tra mondo reale e la realtà percepita, distorsione dei sensi che è lo specchio di noi stessi, coscienziosi di tutto ciò e che porta con se’ anche un lumicino di speranza dettata dalla voglia di ribaltare con forza tale status. Sergio Boi, chitarrista e co-fondatore della band assieme al bassista Gianni Farci, e con l’aggiunta alla batteria di Maurizio Mura, si mostra come un gruppo veramente affiatato, un amalgama maturata negli anni passati ove la band si prestava esclusivamente a composizioni di carattere strumentale. Il disco parte spedito con “The Last Time”, dove l’intensità vocale di Utzeri e la base stoner a tinte grunge del “blocco strumentale” producono un ottimo groove. “The Walking Dead” diventa più rude, ipnotici riff di stampo hard rock che graffiano quanto devono, buona nella forma e nelle misure. “The Phoenix” crea una buona atmosfera, ma risulta un pezzo un po’ sottotono, manca ancora qualcosa per renderla davvero accettabile all’interno del contesto stoner dei “Balcktones”. Con “Ashes” è ritrovata la “tonicità” perduta in precedenza, interessante nei tempi sghembi e le variazioni ritmiche, tuttavia non apporta contenuti innovativi a quanto mostrato in apertura. L’EP termina con “Our God”, introdotta da un riff simil-Tool che da psichedelico diviene aspro, graffiante, un pezzo robusto che nonostante ciò non rapisce. Insomma, i “The Blacktones” sono una bella novità, ma c’è ancora molto da fare per annoverarli tra le grandi band. Il disco è buono a metà, nel senso che le idee innovative si esauriscono al secondo pezzo per essere poi riprese e riproposte nelle ultime due tracce. Per concludere: ottima base, è solo questione di mettere a punto le proprie “armi” per ottenere lo step al livello successivo.
Track by Track
- The Last Time 75
- The Walking Dead 80
- The Phoenix 60
- Ashes 70
- Our God 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 70
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
73Recensione di Digprog pubblicata il 21.02.2013. Articolo letto 2099 volte.
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