Ufomammut «Idolum» [2008]

Ufomammut «Idolum» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
4039

 

Band:
Ufomammut
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Titolo:
Idolum

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Urlo :: Voce, basso, synth & effects
Poia :: Chitarra, synths
Vita :: Batteria

 

Genere:

 

Durata:
1h 6' 6"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Nuova release per i nostrani Ufomammut, terzetto assolutamente consigliabile per ogni amante dei suoni lenti, dilatati e pastosi, anche se a dire la verità mi risulta che gli Ufomammut stiano ricevendo un buon consenso tra gli ascoltatori, ragion per cui gli appassionati delle sonorità suddette dovrebbe conoscerli già, anche perché non sono dei novellini.
Per chi invece gli Ufomammut non li conoscesse, diciamo che mai come in questo caso un buon ascolto della loro musica sia meglio di leggere una recensione: il sound degli Ufomammut è il tipico sound lento, accordato basso e pesante del doom, ma il risultato finale è lontanissimo dagli stereotipi del doom: il fatto è che gli Ufomammut sono incredibilmente eccentrici, i loro brani sono dilatati all’inverosimile, non hanno affatto una forma canzone, anche la voce rimane spesso in sottofondo, sommersa dai watt e dalla potenza del suono.
No, la musica contenuta in “Idolum” sembra piuttosto pura sensazione trasposta in musica, con l’ausilio di un mare di synth oltre agli strumenti classici, che ammantano i pezzi completamente. E allora ecco che, una volta fissate delle linee guida, dalla tracklist di questo “Idolum” emerge prepotente la bellissima “Hellectric”, introdotta da una parte abbastanza macabra all’inizio, che evolve in maniera molto disarmonica, e la cui entrata della voce contribuisce a dare un effetto sonoro ancora più funereo e desolato. Grande anche “Ammonia” (feat. Rose Kemp), caratterizzata da una melodia molto stilizzata ma comunque ottima, che sembra dare un momento solare in un album dove l’angoscia pare regina. E le seguenti “Nero”, un brano che procede lungo e sfiancante, e irremovibile dal suo incedere lento e misterioso, e “Destroyer”, forse leggermente più canonica in quanto a forma canzone ma non meno riuscita, fanno da introduzione al duetto finale costituito da “Void” e “Elephantom” (Feat. Lorenzer dei Lento). Il primo brano dei quali che inizia nel nulla e finisce nel nulla, stentoreo, che fa perdere la cognizione del tempo, e il secondo pezzo che chiude alla grande un album che personalmente è da incorniciare.
Tirando le somme, non posso che osannare questo nuovo passo discografico degli Ufomammut. Non sono, francamente, un amante dei brani lenti e abbassati (o meglio: non mi fa certo schifo sentire brani del tipo suddetto, solo che dopo un po’, francamente, tutte quelle note basse, tutto quell’incedere lento mi dà alla testa e devo fermarmi), ma gli Ufomammut mi hanno dato un effetto estremamente diverso dal solito: questo disco è una vera avventura sonora, da ascoltare.
Postilla finale per i lettori: Magari a qualcuno questa recensione potrà sembrare un po’ strana, ma devo dire che questo tipo di cd è estremamente difficile da recensire: siamo dinanzi al classico caso, lo ripeto, dove la musica non va giudicata o recensita, ma solo sentita e gustata.

Track by Track
  1. Stigma 85
  2. Stardog 85
  3. Hellectric 90
  4. Ammonia 90
  5. Nero 85
  6. Destroyer 90
  7. Void 85
  8. Elephantom (Ghost track) 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
86

 

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