While Sun Ends «Exile» [2009]
While Sun Ends
Titolo:
Exile
Nazione:
Italia
Formazione:
Serena Caracchi::lead Vox
Antonino Nielfi::guitar
Massimo Tedeschi::guitar
Enrico Brugali::drum
Carlo Leone::bass & Vox
Genere:
Durata:
32' 29"
Formato:
CD
2009
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Questa band proveniente da Bergamo si propone con un demo di sei pezzi, un misto di tanti generi, forse troppi a dir la verità. Il tutto si apre con la traccia “Demain” la quale comincia strumentalmente per fare spazio ad alcuni vocalizzi della cantante Serena. La registrazione, non ottima, non permette di apprezzare appieno le melodie di chitarra, mentre anche la batteria, se pur abbastanza tecnica, non rende a causa dei suoni troppo poco incisivi. La traccia seguente, “Dream/Revives” si apre con chitarre molto melodiche, che ricordano un po’ bands postcore, con la voce molto delicata della cantante. Fin qui pare andare bene, quando uno stacco brutale porta la canzone in un altro genere, a mio parere poco azzeccato, che rovina ciò che era stato creato prima. La voce troppo simile a quella di Angela Gossow non è apprezzabile come nei puliti, nei quali la cantante riesce a gestirsi meglio. La terza canzone , “Shame”, denota le influenze core del gruppo, poco attinenti al resto... troppa carne al fuoco e cotta troppo poco. Il growl a mio parere andrebbe evitato, così come i classici pezzi mosh che non fanno altro che abbassare il livello qualitativo del gruppo. Non se ne può più di sentire questi riff! La parte finale della canzone decisamente stona con tutto il resto e si chiude troppo velocemente, alla buona, lasciando davvero l’amaro in bocca. Nulla di nuovo nella traccia seguente, “Run”, che continua a mischiare elementi alla Isis ad elementi alla Arch Enemy, due generi che a mio parere si scontrano l’uno con l’altro. Poco azzeccato il blast beat al centro della canzone, che pare addirittura chiudere in ritardo rispetto allo stacco di chitarra. Anche questa canzone finisce troppo in fretta, chiusa in maniera troppo netta, segno forse di poca inventiva. “Empty” è la traccia più lunga di questo lavoro, dieci minuti, aperti da un riff che ricorda i Korn, interrotto bruscamente per fare entrare un nuovo riff dal sapore death, spezzato anche esso nel giro di alcuni secondi da un nuovo arpeggio, il quale dura troppo poco e lascia il campo ad uno degli unici riff azzeccati del cd. Tutto troppo spigoloso. Finalmente torna la voce pulita, sicuramente migliore rispetto ai tentativi screaming. Si arriva così a “Nature”, l’ultimo pezzo del cd, introdotto da chitarra acustica e voce pulita, con una batteria quasi folk. A mio parere la parte migliore di tutto il lavoro.
In conclusione questo demo non propone nulla di nuovo alla scena underground italiana, un tentativo di fondere troppi generi in uno solo, che porta come risultato soltanto confusione. La band deve sicuramente scegliere quale strada seguire, perché le sonorità inserite tutte insieme non giovano alle canzoni. Il mio consiglio è di rimanere orientati sui suoni “psichedelici” alla Isis e Neurosis, o ancora meglio di cercare un proprio stile, limitando il più possibile le voci grattate, concedendo più spazio alle clean vocals. Anche i pezzi core sarebbero da evitare, perché ormai la scena metal è satura di questi riff che sinceramente hanno più che stancato. Sicuramente anche la qualità audio non aiuta, non permettendo all’ascoltatore di cogliere appieno i passaggi di chitarre e batteria.
Track by Track
- Demain 60
- Dream/Revives 65
- Shame 55
- Run 60
- Empty 60
- Nature 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 55
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
61Recensione di Lion pubblicata il --. Articolo letto 1800 volte.
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