Winter Of Life «Parentheses» [2003]
Winter Of Life
Titolo:
Parentheses
Nazione:
Italia
Formazione:
Peppe Sgro' - voce, chitarra
Dimitri Tetta - tastiere, voce
Luca D'Alterio - chitarra
Gianfranco Delle Cave - basso
Geky Capaccio - batteria
Genere:
Durata:
39' 0"
Formato:
2003
Etichetta:
Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Quella dei Winter Of Life e’ una storia piuttosto travagliata. Fin dalle sue origini la band ha dovuto combattere, usando un’espressione un po’ forte, con i continui cambi di formazione che ne hanno caratterizzato questi quasi cinque anni di esistenza. Avvicendamenti che hanno portato con sé, come logica conseguenza, un clima di costante incertezza all’interno del five-piece partenopeo. Ciò però non ha impedito a Peppe Sgrò e soci di raggiungere durante questi anni una maturità artistica di tutto rispetto e di andare a pubblicare nel 2003 questo “Parentheses” che ne rappresenta l’esordio discografico.
Alla base della struttura musicale eretta da questa giovane band napoletana troviamo una miscela composta da influenze eterogenee, per lo più melodic-death svedese e goth-metal di matrice anglo-sassone, sulla scia di band come Anathema o Paradise Lost. Ma nelle composizioni dei Winter Of Life può capitare di incontrare anche echi progressivi, che un po’ ricordano i Porcupine Tree, e deliziosi intermezzi acustici, che impreziosiscono degli arrangiamenti già di per sè molto validi e ben orchestrati, ma che risultano essere sicuramente di buon gusto.
Sostenuto da una produzione di gran lunga superiore alla media qualitativa standard dei demo in circolazione attualmente (il disco è stato realizzato presso il “Jumping Spider Studio” di Napoli), “Parentheses” si rivela un disco d’esordio di buonissima caratura fin dalle sue prime note, affidate all’intro apripista “Parenthesis”. Basta poco più di un minuto per essere catapultati nelle atmosfere gotiche e cupe del combo partenopeo: dolci ed elettrizzanti note di pianoforte fanno da preludio ad uno dei brani più belli dell’intero cd, “This Cold Embrace”, un pezzo che alle orecchie più attente può far riaffiorare alla mente gli Anathema di “Alternative 4”. Della band dei fratelli Cavanagh i Winter Of Life hanno ricevuto in eredità parecchio del loro operato, in particolare quelle architetture melodiche, che si ripetono frequentemente nel disco, come ad esempio in “Last Night” e in “Winter Of Life”. Episodi arricchiti poi da quel pizzico di personalità in più, che contribuisce ad una resa finale delle song più efficace e che evita alla band di dare quell’impressione di “già sentito” ai propri riff. Impressiona poi positivamente l’estrema facilità con cui si alternano cleaning e growling vocals: un vero e proprio trade-mark, di cui i nostri, oltre a farne ampio uso nelle tracce in questione, usufruiranno per l’intera durata del cd.
E’ forse con “witHer” che si raggiungono i punti qualitativi più alti di “Parentheses”: il pezzo risente del fortissimo influsso del death melodico scandinavo e la lezione impartita dagli Opeth sembra essere stata appresa in pieno dai cinque ragazzi campani, che non mancano di riversare anche in questo frangente una grande varietà di stili, passando da arpeggi prog iniziali ad eleganti intermezzi gothic più riflessivi e distesi. Il mix stilistico usato dai W.O.L. viene ripetuto anche in un altro fortunato momento del disco, “be{for[ev(H)er]}”, traccia che non azzardatamene si potrebbe definire extreme-progressive, dati i numerosi cambi di tempo, le cavalcate chitarristiche dalla chiara natura death e un “tappeto” di tastiera che ricorda molto quelli di uso più frequente nel prog-metal odierno. Alla conclusiva “For the Person I'll Become” spetta infine il compito di sintetizzare al meglio quelli che sono i canoni musicali dell’act partenopeo, ovvero il forte sodalizio creato dalla pacata melodicità gotica e dalla brutalità aggressiva del loro lato più estremo.
Ai Winter Of Life va reso sicuramente il merito di aver saputo estrarre dal cilindro un lavoro con i fiocchi, frutto di una perizia tecnica e di un lavoro in fase di song-writing che nulla ha da invidiare a band più affermate. Un premio alla fantasia e all’abilità dimostrata da questi cinque scugnizzi, di cui risentiremo parlare molto presto.
Track by Track
- ...parenthesis... 75
- This Cold Embrace 80
- witHer 80
- Last Night (like the next one) 70
- be{for[ev(H)er]} 85
- Winter Of Life 75
- For the Person I'll Become 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 75
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
77Recensione di Cynicalsphere pubblicata il --. Articolo letto 3049 volte.
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