Dark Opera «Black Sewage» [2006]

Dark Opera «Black Sewage» | MetalWave.it Recensioni Autore:
EMPEROROFTHESUN »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1444

 

Band:
Dark Opera
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Titolo:
Black Sewage

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Umberto Ferro: Rhythm Guitar, Acoustic & Lead
Valerio Zappulla: Vocals & Synth
Vittorio Veneziano: Rhythm Guitar
William Voi: Bass Guitar & Clean Vocals
Andrea Iannone: Drums

 

Genere:

 

Durata:
23' 14"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2006

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ad appena un anno di distanza dal demo-cd “Last Decadence”, ritornano i Dark Opera, con un MCD di cinque tracce, e forti di un contratto con la siciliana TAF Production , che ha creduto in loro dopo averli visti esibire dal vivo nel Caotica Metal Fest nell’estate del 2006. Vari cambi di line-up ne hanno marchiato l’identità, stravolgendo anche la proposta musicale, passando dal Dark/Rock al Power/Gothic, per poi assestarsi sulle coordinate odierne di un pregevole Black Sinfonico. Apre il MCD “Winterframes”, il cui inizio chiarisce subito quale sia la proposta dell’act in questione. Chitarre accompagnate da tastiere spianano la strada ad uno screaming lacerante. Subito risalta anche l’utilizzo delle tastiere, che sebbene abbastanza simili ai Dimmu Borgir più sinfonici, non risultano mai eccessive. A rendere varia la canzone contribuisce anche l’utilizzo di clean vocals di buona fattura, che ovviamente svolgono solo un ruolo di secondo piano, lasciando protagonista lo screaming di Valerio, simile a quello di Shagrath. Chiude la traccia un ottimo assolo, che si protrae fino alla scrematura finale sulle note di una malinconica chitarra acustica. Parte così “Deep Oblivion”, da subito aggressiva e con un grido malato. La song procede con un ritmo forsennato, scariche di doppia cassa, un riffing molto vario e preciso, per poi arrivare ad un’apertura atmosferica in cui le tastiere sembrano delineare all’orizzonte panorami di foreste nordiche tante care a mostri sacri come Emperor e Borknagar, che tra l’altro la band annovera come fonte di ispirazione. Anche qui è presente una chitarra acustica e come prima chiude la traccia. “Cur Limb” si apre con una lunga intro strumentale, con le chitarre e la batteria in netta evidenza. Qui è un growl a farci sprofondare nella nera atmosfera della canzone, in cui emerge tutta la bravura tecnica dei siciliani, il drummer ci dà dentro furiosamente fino ad arrivare al break che spezza la pesantezza della canzone. Veramente notevole questa traccia, e degno di nota il lavoro molto vario svolto dal singer, per una canzone che alla fine ci ricorda i migliori Cradle Of Filth. La penultima traccia vede nuovamente la batteria segnare un ritmo infernale, con arpeggi di chitarra e blast beat che fanno esplodere la canzone in una furia nera. Una voce malefica la guida,e anche qui I Dark Opera ci regalano un ottimo assolo per poi lasciarsi andare in un’ultima cavalcata finale. “Awate of innate malediction” è la più breve del MCD, gode di un inizio molto atmosferico, con le tastiere assolute protagoniste. Qui infatti emerge la vena sinfonica della band, ma c’è spazio anche per la chitarra elettrica e acustica che mettono fine a questo interessantissimo Mcd. La band ha un enorme potenziale, che magari un album intero gli consentirebbe di manifestare a pieno. Notevole la produzione, curata dalla band, e l’artwork molto curato, con un booking esaudente e arricchito dai testi. L’unica pecca che possiamo rimproverargli è una certa mancanza di originalità, ma li attendiamo al varco del full-lenght fiduciosi, non si può avere tutto d’altronde.

Track by Track
  1. Winterframes 95
  2. Deep Oblivion 96
  3. Cur Limb 96
  4. Black Sewage 89
  5. Awake of innate malediction 84
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 92
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 93
Giudizio Finale
89

 

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