RottenShore «Il Vero» [2007]

Rottenshore «Il Vero» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Ryosaku »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1158

 

Band:
RottenShore
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Titolo:
Il Vero

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Valentino Sarallo - vocals
Dario Polito - guitar
Stefano Vettorino - bass
Marco Pesino - drums

 

Genere:

 

Durata:
25' 8"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2007

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Avevamo lasciato i Rottenshore con buone impressioni dopo il loro primo demo dal titolo omonimo datato anno 2004. Li ritroviamo ora, tornati sulla scena underground laziale e non solo, con questo nuovo lavoro che come secondo album assume come titolo “Il Vero”.
La band hardcore di Latina aveva già mostrato importanti virtuosismi nel primo lavoro quando riuscì a sorprendere con una miscela ben riuscita di crossover e hardcore, gli spunti molto arrabbiati che sfociavano in momenti di violenza anche brutale e che tendevano a completarsi tra stacchi melodici e arrangiamenti hip-hop, funky.
La musica proposta in questo secondo album ricalca sostanzialmente il buon lavoro iniziale e del resto era facile prevedere il proseguimento su una strada che appare loro congeniale.
“Il Vero” si compone di 6 tracce che trasportano l’ascoltatore per 25 minuti buoni, all’interno di un vortice energetico, pura euforia, nel ricordo di un crossover pulito e piuttosto ricercato, influenzato da una chiara attitudine hardcore; in questo senso si possono citare alcuni esempi a cui fanno riferimento e si ricollegano. Da gruppi meglio conosciuti nel panorama nostrano come i Linea 77, agli eletti in campo internazionale come Slipknot o Hatebreed e cosi via.
L’opening track che prende il nome di “Spot” risponde subito a questi requisiti, un iniezione di adrenalina, un misto di crossover, nu metal e a tratti death metal. Il tema della canzone di introduzione è piuttosto chiaro, ovvero la difficoltà delle persone a distinguere la sostanza della realtà che viviamo giorno dopo giorno, dall’apparenza che viene trasmessa dalla televisione o comunque dai mezzi di comunicazione, una realtà distorta.
Il brano seguente intitolato “Vicolo Cieco” prende spunto da “Spot” per lanciare ancora riflessioni sulle realtà di questo mondo. E’ improntato anch’esso sulle caratteristiche tipiche della band, passaggi di puro death, enfatizzate dal grind, diffuso l’uso del growl, seguite dal crossover e da parti più tranquille melodiche.
La terza traccia “Immolato” si distingue per passaggi inframezzati da parti piuttosto pulite nel quale si esaltano in particolare il ruolo giocato dal basso e la voce del cantante, nelle parti distorte invece è sopratutto la batteria a fare la parte del Leone.
Il quarto brano “Collum Nodatus” narra fosca tragedia. Le debolezze dell’animo umano, confrontate all’egoismo della società in cui viviamo oggi. La scelta si pone nell’andare avanti in una strada che ci appare irta di spine o fermarsi per sempre precipitando nel suicidio. A parte il tema delicato, questa traccia presenta un intreccio di più influenze che più o meno come nelle precedenti tracce fa apprezzare il buon lavoro realizzato sotto il profilo tecnico svolto dalla band, non solo nelle liriche, ma nella stessa esecuzione dei pezzi.
La quinta traccia è “In Ogni Passo” ennesimo groove energico della band che pare si scagli contro una forza invisibile.
Infine terminiamo la disamina con la chiusura intitolata “Light#2”. Un brano forte nei contenuti cosi come nelle sonorità espresse già conosciute.
Insomma da quanto abbiamo potuto constatare il lavoro dei Rottenshore in questa loro seconda fatica, rappresenta un ulteriore passo in avanti, una maturazione compositiva che ha portato a soluzioni più ricercate.
Ma al di là della fattura del prodotto o della tecnica, senza dubbio è rilevante la capacità della band di adattarsi ai brani creati. Non ce solo la difficoltà nel costruire liriche e musiche che si adattino alla situazione, all’obiettivo come in questo caso; ma i Rottenshore sembrano possedere e armeggiare con una certa padronanza un invidiabile versatilità, riuscendo a cambiare pelle per cosi dire camaleonticamente, all’interno di uno stesso brano.
Da segnalare il lavoro svolto per quanto riguarda la registrazione del prodotto, seguito dalla band attraverso diverse fasi, tra studio e home-recording, è senza dubbio valida.
Sostanzialmente un secondo album da non perdere, chi ama questo genere impazzirà, ma in generale questo lavoro rappresenta un altro bel passo in avanti per la formazione laziale. Non ci rimane che attendere lo sviluppo di prossime perle, magari un full-lenght.

Track by Track
  1. Spot 80
  2. Vicolo Cieco 75
  3. Immolato 70
  4. Collum Nodatus 80
  5. In Ogni Passo 70
  6. Light #2 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
75

 

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