Land Of Hate «Gener(H)ate» [2006]
Land Of Hate
Titolo:
Gener(H)ate
Nazione:
Italia
Formazione:
Marko :: vocals
Niko :: guitars
Ifilien :: bass
Saso :: guitar
Attila :: drums
Genere:
Durata:
16' 59"
Formato:
2006
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Senza dubbio “Gener(H)ate”, secondo lavoro dei Land of Hate, rappresenta un deciso passo in avanti rispetto alla loro prima fatica d’esordio “Total Devastation” (2006).
La formazione calabrese nata dalle ceneri di altri gruppi locali, aumenta dopo la prima demo, il suo numero con l’ingresso di Saso, passando cosi da quartetto a quintetto con l’aggiunta di una nuova chitarra. Questo non può che portare anche ad un evoluzione del sound. I tratti che delineano i caratteri principali di questa band passano per tematiche molto forti come l’opposizione alla realtà sociale in cui viviamo, il sound proposto invece è caratterizzato sempre da un trash/death rabbioso, linee melodiche piuttosto grezze come parte strumentale, ritmiche minimali farcite di groovy con un buon utilizzo da parte di chitarre e batteria e dalla voce alternata tra scream e growl di Marko. Il tutto viene poi integrato da sfumature doom e alcune venature black.
Ce dunque un bel repertorio, una miscela tra diversi generi che non è facile amalgamare, ma in questo senso i Land Of Hate hanno lavorato riuscendo ad ottenere un risultato sorprendente.
Dopo una fase di assestamento, alla fine del 2006 giungono a produrre il loro nuovo album dal titolo “Gener(H)ate”. Si tratta di un mini cd realizzato nella Sound Farm Studio composto da cinque tracce, di cui l’ultima è una live version risalente al loro album d’esordio.
L’opera in generale è resa sostanzialmente piacevole dalla varietà di sound e mescolanze presenti all’interno delle tracce. Riescono nel tentativo di non disperdere la loro qualità principe ovvero la compattezza sonora, nonché quelle ritmiche tipiche date dal genere proposto.
L’opening track è Gener(H)ate, dal titolo omonimo dell’album, ed è subito devastazione. Una traccia giocata su ritmiche molto veloci, che viene accompagnata da mid tempo spezzacollo stile Sepultura, un primo pezzo da paura che fa subito breccia nell’ascoltatore, come pure la prestazione del vocalist che tende a rendere il tutto ancora più tetro e distruttivo.
Il secondo passo è dato da AntiNation-AntiWar una traccia caratterizzata da un insolita venatura black presente almeno inizialmente, per poi esplodere nel trash/death. In questa seconda traccia si dispiega magistralmente il repertorio del gruppo passando tra ritmiche serrate, una batteria potente che ben si adatta al contesto, da continui riff taglienti, nonché dalla solita prorompente voce di Marko. Senza dubbio un pezzo che può fare furori nei live.
La terza traccia “Sudden Perversion” prosegue su ritmiche potenti e aggressive. Un sound che non concede tregua, ne lascia spazio alla melodia. Vicino al brutal death in particolare nel settore centrale del pezzo. Anche questa una traccia nel quale non si può evitare l’head banging. La quarta fatica è data da “Raped Years” una traccia assolutamente conforme alle altre e che come ritmo e potenza di suono non ha nulla da invidiare alle precedenti. Si associa a “Sudden Perversion” per via di influenze particolarmente brutali, denotando inoltre un ottimo lavoro di costruzione e combinazione ritmica tra basso, batteria e chitarre.
L’ultimo brano presente a conclusione di questo mini CD è dato invece da una versione live di “Bloodshed”, ottima qualità audio e video, nel quale spiccano con grande veemenza e aggressività, le capacità del gruppo in scena su un palco.
Senza dubbio i miglioramenti sono stati tanti sotto ogni profilo, dalla registrazione decisamente migliorata rispetto all’album precedente, troppo penalizzato in questo senso, alle varie combinazioni in stile death, trash e doom con venature black portate continuamente quasi su ogni pezzo. Dalla voce del cantante, alle abilità messe in mostra dal resto del gruppo. Da un songwriting ragionato e più in generale dalla costruzione di pezzi che sembrano essere ben contemplati.
Insomma ce tanta sostanza in questo nuovo prodotto. Ma in “Gener(H)ate” la qualità migliore da riscontrare è data dall’architettura realizzata a sostegno della potente voce. Una creazione non certo facile, ma che ha prodotto i suoi buoni frutti. Infatti oltre ad una tecnica invidiabile Niko, Ifilien, Saso e Attila riescono a compattare il suono, in grado di erigere una potente barriera, attorno alla prestazione della potentissima voce.
Da notare poi come tutti i pezzi esaltino una certà aggressività nell’ambiente circostante riuscendo a trasmettere una carica adrenalinica ed emotiva tale da esaltare il pubblico o comunque il diretto ascoltatore.
Come dunque avevo iniziato, cosi concludo. Bel lavoro da parte dei ragazzi di Catanzaro, questo album rappresenta un grosso passo in avanti, una via che potrà spalancare le porte a lavori futuri ancora più maturi.
Track by Track
- Gener(H)ate 75
- AntiNation-AntiWar 80
- Sudden Perversion 80
- Raped Years 75
- Bloodshed (live) 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 75
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
75Recensione di Ryosaku pubblicata il --. Articolo letto 1772 volte.
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