Recensione

Sano crossover di denuncia il genere proposto dai reggiani Contraddiction Show, con riferimenti ai Rage Against The Machine e Downset dei primi lavori: non sono una copia carbone delle due band statunitensi ma le ricordano in più di un passaggio. Il lavoro è costituito da cinque tracce più una fantasma che non aggiunge nulla a quanto detto in precedenza nell’EP: metal, hard rock, rock alternativo, funky, hip hop e quant’altro costituiscono la miscela offerta. E tutto ciò i nostri quattro musicisti emiliani lo fanno discretamente, fondendo le varie ispirazioni in un sound di sicuro impatto. Prima caratteristica da sottolineare è il cantato adottato, italiano in alcune tracce e inglese in altre; in entrambi i casi il leit motiv è costituito, come segnalato in precedenza, dalle tematiche trattate. Le tracks che colpiscono di più sono quelle con testi in lingua madre, in cui musica semplice, ma ispirata, fa da sfondo a versi ben rimati e ricchi di pathos. Ma la pecca di quest’album è rappresentata dalla registrazione, non impeccabile, che avrebbe potuto donare un impatto maggiore e, conseguentemente, un’idea del disco più professionale e meno casereccia. Adesso li aspettiamo alla prova del full-lenght, ma con una registrazione che possa risaltare i pregi del four-pieces di Reggio Emilia.

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