Bloody Slave «End Of Prophecy» [2006]
Bloody Slave
Titolo:
End Of Prophecy
Nazione:
Italia
Formazione:
Edoardo: Guitar
Federico: Bass
Lorenzo: Drums
Riccardo: Vocals
Andrea: Guitar
Genere:
Durata:
24' 17"
Formato:
2006
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
I Bloody Slave sono un giovane gruppo marchigiano nato nel 2001 che dopo varie vicissitudini e cambi di line-up giunge nel 2006 a realizzare il primo demo, questo “End of Prophecy” che gira ora nel mio lettore. Il quintetto ci propone un heavy metal dalle tinte cupe appesantito da cavalcate thrash e da uno sporadico utilizzo di voce growl.
Il demo in questione si presenta con una grafica abbastanza curata fatta di fotografie elaborate e disegni a mano, le prime efficaci nel dare un tono apocalittico alla presentazione, tono che rispecchia il feeling della band, mentre i secondi a mio parere sono apprezzabili nell’idea ma troppo amatoriali nella realizzazione.
Il suono è quello di un buon demo, tutti gli strumenti si sentono distintamente, godono di suoni discreti, anche se la batteria è un po’ “scatolosa” ed il risultato complessivo è un po’ ovattato. Il tutto crea un’atmosfera molto “raw”. La prova tecnica dei singoli è esente da particolari pecche e risulta adeguata al genere suonato, certo non ci sono punte di virtuosismo, ma per questa musica non sono richieste e poi va considerata la giovanissima età dei cinque, quindi i margini di miglioramento ci sono come è giusto che sia. Qualche imprecisione qua e là c’è, in particolare la voce, che alterna parti pulite a cavernosi growl, non è sempre perfettamente intonata, ma si tratta quasi sempre di piccole sbavature.
Passiamo ora all’analisi dei brani, il promo si apre con “My Profile”, un’intro in cui la tastiera guida gli altri strumenti in un continuo crescendo elettrico, parte bene, ma si fa un po’ prolissa nei suoi tre minuti di durata.
“Evil and War”, il primo vero e proprio brano del cd, mescola efficacemente parti melodiche, assoli di matrice helloweeniana e sfuriate più serrate e dure, peccato per la parte iniziale dove la voce risulta forzata a livello metrico nel rincorrere gli altri strumenti, mentre il resto del brano ha un buono sviluppo.
Il secondo brano è Mother’s Cry, pezzo dall’ambiziosa durata di oltre 8 minuti, che parte con una melodia lenta e si lancia presto in un up-tempo dalle tinte thrashy, con la voce che alterna parti growl molto basse, quasi alla Barnes, ed altre pulite e melodiche, quest’ultime non sempre convincenti. Buoni i cambi di tempo e di umore, ma le linee vocali non sono sempre incisive come dovrebbero, in particolare negli acuti e nella parte sussurrata. Un po’ più di sintesi anche qui credo avrebbe giovato alla resa globale del pezzo, comunque il migliore del lotto per me.
Il brano successivo è “The Last Attack”, dall’inizio morbido e quasi acustico che purtroppo mostra ancora parti vocali poco incisive e con delle sbavature. Dopo i primi due minuti il pezzo esplode in un pezzo veloce che scorre via senza intoppi e con un rallentamento al centro, ma senza lasciare il dovuto segno.
“End of Prophecy” si chiude con “Lady Black”: pioggia, un arpeggio, crescendo che porta in un up-tempo, con dei bei riff spezzati. Buono il lavoro delle chitarre che qui si fa più maideniano e la voce ancora una volta alterna growl e parti melodiche, stavolta più convincenti.
Il primo demo dei Bloody Slave rappresenta un iniziale passo verso la giusta direzione; certo ci sono incertezze sia in fase esecutiva che di songwriting, ma i nostri mostrano sia qualche spunto interessante che, e questa è la cosa davvero importante, una certa personalità. La band sicuramente non inventa nulla di nuovo, ma evita di accodarsi sia alle mode imperanti che al sound di una band o di una corrente ben definita, e questo non può che giocare a loro favore. I riferimenti del sound della band sono infatti molto diversi tra loro, si va dai Maiden, ai Metallica, passando per gli Helloween e un certo death.
Il lavoro da fare è quello di normale crescita per ogni band metallica che voglia uscire dalla massa: buttare su un po’ di tecnica, lavorare sul coinvolgimento dei brani e sviluppare ulteriormente la personalitàò. In bocca al lupo!
Track by Track
- My Profile 60
- Evil and War 65
- Mother's Cry 70
- The Last Attack 60
- Lady Black 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 70
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
65Recensione di Maglor pubblicata il --. Articolo letto 898 volte.
Articoli Correlati
News
Recensioni
- Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
- Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
- Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
- Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.