The March of Season «My Winter» [2007]
The March of Season
Titolo:
My Winter
Nazione:
Italia
Formazione:
Spano: Chitarra
Fat: Batteria
Cappe: Basso
Brixt: Chitarra
Emo: Voce
Genere:
Durata:
44' 5"
Formato:
2007
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
A partire da un genere musicale quanto mai abusato, tanto da poterlo definire quasi commerciale nonostante le sue caratteristiche, stiamo parlando di metal-core ovviamente, è difficile poter gridare al miracolo per una nuova uscita; ci si ritrova più semplicemente a sbuffare apostrofando la band di turno con frasi tipo -ancora?- E' innegabile.
Del resto si sa ogni anno un genere o due prendono il sopravvento e si diffondono, e come spesso capita, queste tendenze derivano dai paesi scandinavi, dove il metal è un genere come un altro, non come qui. Dove trovi studi che registrano sopra le righe e permettono di accedere ad etichette che promuovano il prodotto internazionalmente.
Essere cocciuti nel proporre un genere come questo, senza sostanziali variazioni, in un paesino della pianura padana vive su tutt'altre motivazioni. Questi March Of Season di fatto non si faranno mai porta bandiera di nuove direzioni sperimentali e a dirla tutta, per chi non si ritrova bene all'interno del genere, un album degli At The Gates e uno degli In Flames potranno bastare. Per quanti invece cercano anche le più piccole sfumature e adorano lasciarsi andare nel genere godranno di un disco che mantiene le umili promesse che fa. Il metal-core di scuola svedese non cambia di una virgola ma il gruppo imbastisce degli episodi ben riusciti che possono rivelare anche delle piacevoli sorprese. Anzitutto da notare una vena old school hardcore marcata nei cori, presenti in più di un brano, poi il sapiente uso delle chitarre che dona delle sfumature dai sapori dark (legato anche ai testi) che tange ad un gothic potente (ad esempio l'incipit di “Vacation At The Graveyard”) , rendendo le canzoni motivate e piacevoli. La registrazione, assolutamente professionale, ci offre una band precisa e distruttiva che gode di una sezione ritmica potente e onnipresente e di chitarre cupe, ma variegate e taglienti, seguite da uno scream talvolta veramente dilaniato.
Tutto questo, coadiuvato dalla durata generale dei brani non eccessiva (eccezion fatta per l'ultimo brano che supera i 10 minuti...) non lascia l'occasione di annoiarsi fino alla fine del disco il cui unico cruccio rimane appunto la latenza di una personalità che speriamo si definisca con il tempo, magari percorrendo delle strade meno ovvie, come mi è capitato di sentire spesso lungo la durata del disco.
Track by Track
- Prelude 60
- Trip Behind My Illusions 70
- No Matter If You're Proud Of Me 65
- The Tears Are Gone Into The Lips Of The Past 70
- Liar's Confession 65
- Just Afraid 65
- Vacation At The Graveyard 75
- A Photograph Of A Suicide 60
- Still 70
- September 60
- Not The Only One Between The Killers 65
- I Present You This Verses To Let You Know 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 55
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
67Recensione di June pubblicata il --. Articolo letto 760 volte.
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