Mass Obliteration «Abrahamithic Curse» [2007]

Mass Obliteration «Abrahamithic Curse» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Ryosaku »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1665

 

Band:
Mass Obliteration
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Titolo:
Abrahamithic Curse

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Andrea :: voce, basso
Luca :: batteria
Mariano :: chitarra

 

Genere:

 

Durata:
26' 53"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2007

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

La storia dei Mass Obliteration, comincia nell’aprile del 2006 dall’unione di progetti precedentemente defunti (Gardens Of Grief e The Raven) con la voce di Andrea e la batteria di Luca, a cui poi in seguito giunse a completare la formazione la chitarra di Mariano. Un esperimento musicale, che pare subito aver prodotto i suoi buoni frutti, con idee e caratteri definiti che apprezzeranno in particolare gli amanti del metal estremo. Il nome del gruppo deriva, ed è un degno tributo, a “Effigy of the Forgotten” dei Suffocation, e la loro musica nasce anche dall’influenza e l’affermazione del gruppo già ben più conosciuto.
Non a caso il punto principale su cui verte la loro musica è l’esplosività immessa con un death metal grezzo e corrosivo che ricorda i mitici gruppi anni 90’ quali Death, Incantation, Morbid Angel, Obituary, unito all’estro tipico degli Atheist.
Dopo un anno si arriva alla creazione e registrazione del primo album intitolato “Abrahamithic Curse”, un demo-album composto in 7 tracce per la durata di circa mezz’ora. Il titolo stesso, ispira il tema affrontato dalla band in questa prima fatica, è la piaga delle religioni organizzate, un problema non da poco che nei secoli fino ad oggi si è perpetrato nella storia dell’uomo, influenzando le società del tempo nel profondo.
Ampio risalto è dato ai culti discendenti da Abramo, dall’ebraismo, al Cristianesimo, all’Islam. Inevitabile l’intreccio con le esperienze e i temi odierni che infiammano quel che appare come uno scontro tra civiltà.
In ogni canzone viene messo in mostra il tema della violenza morale e fisica causata dai dogmi nel corso dei secoli, le guerre, i tradimenti, le sopraffazioni (come in Balls Torture For Preachers e Supremacy) a cui si aggiunge la critica del concetto stesso di “fede” (From Beyond) e si contrappone una profonda riflessione sulla spiritualità insita nell’uomo, (avvertito in Strine Of The I e Eudaimonion).
Passando ad una disamina più approfondita del lavoro, salta subito all’orecchio dell’ascoltatore, la scarsa qualità della produzione, che però pur non essendo al meglio, non riesce ad intaccare troppo il sound piacevole e a tratti martellante proposto dal gruppo.
Parte vocale e basso sono ben curate e sprigionano l’energia del growl e dello scream acuti ad un livello old school death metal. Andrea ha raggiunto un ottima qualità di livello di cantato, realizzando toni oscuri e gutturali, attraverso una carica imponente. Trame compositive maggiormente coinvolte e intrecciate, unite ad un “mood” vomitato che spesso però tende a non configurarsi adeguatamente con la proposta in atto, da l’impressione di aver perso qualcosa per strada, ma anche un sensibile margine di miglioramento.
Il ruolo svolto dalle chitarre di Mariano non è spesso trasparente causa difficoltà nella registrazione, ma anche per una omogeneità tra le chitarre, che non è riuscita completamente, a tratti apparendo divergenti.
Alla batteria Luca, ottima prova la sua, ma da rivedere anche live, variegato nei cambi ritmici e nella fase strumentale sempre ben arrangiata, ma che avrebbe bisogno di un accompagnamento più presente e verace della chitarra di Mariano.
I Mass Obliteration rappresentano un concentrato di brutalità old school, un impeto sonoro caratteristico delle già acclamate band d’oltreoceano, seguendo la lunga traccia già seguita da cursori illustri e che mantiene però un intelligente tocco d’originalità in alcune soluzioni ritmiche e strumentali, differenze non lievi e decisive.
La demo prende il via con una intro, Shrine Of The Part 1, che di fatto prepara il terreno per la splendida successiva Supremacy, devastante e intensa nei suoi cambi ritmici, senza dubbio uno dei brani maggiormente riusciti, per poi passare alla terza, From Beyond, che pare prender troppo spunto da linee già calcate e definite, peccando forse anche di personalità.
L’album prosegue poi più o meno sempre sulle stesse lunghezze d’onda precedentemente visitate, passando per un altro momento di quiete che prepara ancora una volta quello che sarà lo slancio successivo, in Shrine Of The Part 2, per spingere nel quinto brano con Balls Torture For Preachers e il sesto Eudaimonion che presentano una forte contaminazione di sonorità di stampo americano e altre percorse da un death metal più propriamente di casa nostra o quantomeno europeo.
Conclude Shrine Of The Part 3 che rappresenta la chiusura dell’album rientrando in sensazione di calma, avvolta nell’oscurità, che all’avvio accompagnava l’ascoltatore.
Un gruppo comunque che mette a segno un buon esordio compositivo e pure d’originalità. Quasi sempre vario cercando soluzioni alterne, lesto ed abile nell’evitare tratti scontati o riff banali, carattere questo che può già dar l’idea di un gruppo che ha già assorbito in se quell’esperienza necessaria per non cadere già in errori per cosi dire di gioventù, che sono sempre in agguato quando si tratta di formazioni e proposte nuove. A tutto ciò si uniscono i temi proposti, e anche un songwriting conseguentemente originale e ben architettato.
Ci sono ancora spunti da eccepire, più personalità in certi frangenti, maggiore presenza della chitarra nell’amalgama che si realizza con gli altri strumenti in gioco. Ma comunque si tratta di una produzione interessante ed essendo la prima, ce la concreta possibilità e anche la speranza in un ulteriore salto di qualità che la band può raggiungere nel lavoro successivo. Una degna rivisitazione dell’Old school death metal.

Track by Track
  1. Shrine Of The Part 1 65
  2. Supremacy 80
  3. From Beyond 70
  4. Shrine Of The Part 2 65
  5. Balls Torture For Preachers 75
  6. Eudaimonion 75
  7. Shrine Of The Part 3 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
71

 

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