Infliction «The Faint Smell Of Suicide» [2002]

Infliction «The Faint Smell Of Suicide» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Cynicalsphere »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
3622

 

Band:
Infliction
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Titolo:
The Faint Smell Of Suicide

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Bjoern - vocals
Gianluca - guitar
Ricky - guitar
Jan - keyboards
Chris Zorath - drums

 

Genere:

 

Durata:
45' 22"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2002

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I più attenti di voi avranno senz’altro sentito parlare dei lombardi Infliction soprattutto in questi ultimi mesi, in cui tanto, e forse anche troppo, si è discusso sui tragici fatti avvenuti nel varesotto. Nelle fila del piece milanese infatti militava Fabio Tollis, nelle vesti di bassista e vocalist, del quale nel lontano 1998 si sono perse le tracce e il cui corpo è stato ritrovato soltanto nei mesi scorsi. Inutile starvi a raccontare il seguito di questa triste storia.
In una condizione ambientale non certo semplice, c’è comunque da precisare il fatto che la band abbia voluto continuare dritta per la propria strada fin dai tempi della prematura scomparsa di Fabio. Ma soprattutto c’è da apprezzare la decisa volontà da parte dei nostri di prendere le distanze dapprima da tutto ciò che questa vicenda ha causato ed in seguito da quelle pseudo sentenze sputate da programmi televisivi modello telenovela; alle quali si sono poi aggiunte valanghe di fesserie riportate su giornali nazionali, giornalini musicali e giornaletti da parrucchiere a proposito non tanto dei singoli fatti in sé, ma quanto di una esagerata ed inopportuna generalizzazione sul mondo di cui gli Infliction fanno parte (quello heavy-metal ovviamente). Il tutto condito dal consueto mare di ipocrisie e menzogne, dettate dall’ignoranza dilagante di questo paese. Si potrebbe continuare a parlare di quest’argomento con tutto quel che ne consegue all’infinito, ma preferiamo di gran lunga sorvolare. Soffermiamoci dunque sull’unico aspetto che conta realmente per un gruppo, ovvero quello strettamente musicale.
Quello di cui ci accingiamo a parlare è il full-lenght d’esordio dei death-metallers milanesi, “The Faint Smell Of Suicide”, disco risalente al 2002, edito sotto l’etichetta tedesca “Voice Of Life”. Ai tempi della sua uscita, della line-up degli Infliction facevano ancora parte Hilo al basso (già negli Ancient) e I.R. dietro ai microfoni, mentre Björn Goosses, attuale singer della band proveniente dai Night In Gales, qui appariva semplicemente come guest-vocalist di quattro degli undici episodi del disco (oltre a lui, compaiono sempre come special guest Aphazel degli Ancient e Goth Gorgon e D. Kimera dei Mörk Gryning).
Già dopo pochi secondi di ascolto balza all’orecchio l’eccellente lavoro in fase di produzione (merito soprattutto dell’operato degli “Alpha/Omega Studios”), che risalta le potenti e precise sonorità dell’act lombardo, influenzate per lo più da un death metal di chiaro stampo svedese, arricchito da inserti tastieristici sinfonici laboriosamente orchestrati dalla sapiente mano di Jan. Ma un altro aspetto che emerge man mano che il disco scorre è il grande lavoro svolto dalla band in fase di composizione. Quelle elaborate dagli Infliction infatti sono strutture complesse e ragionate, che proiettano l’ascoltatore verso melodiche trame sinfoniche incastrate ad un massiccio e potente guitar-work largamente influenzato da blasoni come At The Gates o Carcass. A tutto questo si vanno ad aggiungere poi momenti più acustici e distesi, che innalzano un livello qualitativo del song-writing già di per sé molto buono, ma nel complesso notevolmente ispirato.
Il frutto delle fatiche del combo lombardo sono i pezzi che vanno a costituire “The Faint Smell Of Suicide”. Se si escludono il prologo e l’epilogo del disco, affidate a piccole concessioni di natura elettronica, per il resto ci troviamo di fronte a dei pezzi di pregevolissima fattura, che faranno sicuramente la gioia di ogni metal kid amante delle sonorità più estreme. Su tutti, spiccano in particolar modo la granitica “The Blood That I Crave”, “Unmorning”, forse il brano più bello dell’intero cd, e la più marcatamente swedish “Soul Quake Bizzarre”. In certi momenti però si ha la sensazione che all’album manchi quel qualcosina in più che gli permetterebbe di spiccare il volo (qualche pezzettino più tirato insomma non avrebbe fatto male), ma ciò non sminuisce certamente quanto di buono viene offerto da questo lavoro.
Il recente passato ha riservato alla band non poche soddisfazioni a livello artistico, come ad esempio alcuni show di spalla a grandi nomi del metal mondiale, quali Saxon ed Immortal. Possiamo solo sperare che il futuro ne riservi ancora di più grandi, perché la strada intrapresa dagli Infliction è quella giusta e difficilmente si sbaglia una volta iniziato bene il proprio cammino. Attendiamo quindi fiduciosi la nuova release del five-piece milanese, nella speranza che sia soltanto la musica a parlare per loro piuttosto che altro.

Track by Track
  1. Intro 75
  2. A Credit To Dementia 80
  3. Soul Quake Bizarre 85
  4. As Coward Meets Coward 80
  5. The Faint Smell Of Suicide 85
  6. Prelude 70
  7. The Blood That I Crave 85
  8. Hypochrist 85
  9. Unmorning 90
  10. Pleasure Called Hate 80
  11. Vanishing Point 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
82

 

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