Recensione

Quando ancora non sapevo nemmeno cosa fossero né il Power né il Progressive Metal, un mio vecchio amico più grande di me mi disse semplicemente: “Sono due generi in cui o suoni bene o la tua band farà schifo!”. Certo, la troppa franchezza ha celato la vera essenza della spiegazione in sé in quanto “suoni bene” è relativo al massimo e bisogna avere a che fare con decine e decine di fattori ed elementi da tenere bene in considerazione per poter fare un giudizio esauriente su un determinato gruppo/scena/genere e chi più ne ha più ne metta.

L’album che sono andato ad ascoltare rappresenta una scatola contenente delle bellissime perle, qualcuna più luminosa e qualcuna meno luminosa ma pur sempre perle.
Ho avuto a che fare con molti gruppi che suonano (o tentano di suonare) Power e simili ma pochissimi, anzi quasi nessuno di loro, mi ha emozionato come i Blinking Lights e reputo la mia frase serissima.

Togliendo il fatto che le canzoni sono eseguite alla perfezione (e senza freddezza addirittura!) e cantate con la bellissima e potente voce dell’ospite in questione Raffaele Chiummo, il tutto si apre con emozionanti melodie una più bella dell’altra e, per terminare, il full-lenght si chiude con la splendida Majestic Bell e la meravigliosa suite Psycho che dà il nome all’album.

L’inventiva è quasi geniale e le strutture compositive, per quanto apparentemente semplici, offrono veramente di tutto, dai riff ai fraseggi, agli assoli, addirittura compaiono dei bellissimi cori sinfonici.
Credo che si avvicini ad essere un capolavoro. Ottimo lavoro veramente!

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