Pulverized Emotions «Towards What» [2008]
Pulverized Emotions
Titolo:
Towards What
Nazione:
Italia
Formazione:
Tiziano Marzocchi ::guitar & vocals
Matteo Ravelli :: drums
Erminio Sundas :: bass
Gianmarco Clerici :: vocals
Genere:
Durata:
57' 12"
Formato:
2008
Etichetta:
Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Mi sembra di capire che sto facendo un lavoro equiparabile al medico che fa le autopsie. Dico questo perché il gruppo che mi accingo a recensire è già sciolto (morto) nell'agosto dello scorso anno. E io non posso fare altro che osservare quelle che sarebbe potuto essere alla luce del loro lungo (per ora) ultimo album, “Toward What”.
Definire in tutto e per tutto la proposta della band è dura. Un amalgama di sonorità ad ampie vedute su una manciata di decadi di rock e soprattutto metal. Sicuramente la base di tutto ciò è derivata da un altro gruppo seminale che non ha mai rifiutato di contaminarsi pur contorcendosi e rendendo più cerebrale la loro proposta: i Death; riscontrabile in primis nella voce di Tiziano Marzocchi, ma anche nelle ritmiche sincopate e nelle esplosioni di metal affilato e melodico. In genere lungo tutto il disco si sentono affinità con il death metal tecnico e melodico dei primi anni novanta quali Atheist e Carcass, senza tralsciare moderne influenze hardcore e nu-metal.
Si nota quindi il desiderio dei Pulverized Emotions di premere con forza sui limiti dei generi per pescare anche dove solitamente non si fa. Faccio un esempio: la lunga traccia “Algor Mortis”, che per altro è la prima parte di una suite divisa in tre, che da il titolo all'album, ha un introduzione ben bizzarra: si affida ad un feedback tremolante di chitarra, poi ci porta ad una parte acustica e solo più avanti si sfoga nel death metal, (i cui riff non sono neppure così strettamente death). Tutto ciò è più vicino a certa musica psichedelica che non al metal stesso; e devo dire di aver apprezzato non poco. Questa degli inserimenti acustici è una parte importante del disco, che rende questa ora di metal furioso equilibrato e non pesante.
Mi sembra superfluo a questo punto dare consigli su come migliorare ad una band che forse non ritornerà mai in attività, o più che altro su eventuali errori e imperfezioni; per voi che invece desiderassero saperne di più posso aggiungere che la demo ha una registrazione adeguata, molto cupa, a mio parere sarebbe potuta essere più brillante, ma non c'è da lamentarsi dopotutto. Il disco nel suo complesso tende ad essere molto pieno e non immediato, quindi rimane la riserva per coloro che ricercano nel metal degli arrangiamenti più complessi, per altri potrà sembrare dispersivo oppure addirittura noioso, ma lo ho trovato comunque molto profondo in certe sue parti.
Buona prova, chissà che non si riformino magari con più “voglia di spaccare”.
Track by Track
- Hatesphere 65
- Immortal 75
- Algor Mortis 65
- The Tears Of The Tombs 70
- Rigor Mortis 70
- Beholder 60
- Mental Suicide 70
- Livor Mortis 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
68Recensione di June pubblicata il --. Articolo letto 1214 volte.
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