Recensione

I napoletani Veiled Moon nascono nel 1996 come una band che fondeva Thrash, Death e Doom. In quella prima incarnazione, la band registrò una demo tape dal titolo “Eine Simphonie des Grauens”.
Passano un bel po’ d’anni e Thorgrim, membro fondatore dei Veiled Moon, riporta in vita il progetto, non prima d’essere apparso in altre bands come gli Hixi, la Baroque Black Metal band Aequinoctium e i Gort. All’eclettico musicista (si occupa di chitarre, basso, batteria e voce maschile) si aggiungono Ophelia coe voce femminile (unico membro fisso) e vari sessions: Lord Lemory, mastermind di Gort e Tenebra, che si occupa delle screamin’ vocals, Motiis Daemonium (ex-Morbifer, Mortiis Daemonium e Infernal Angels) che si occupa degli assoli chitarristici, e Count Leshrac Belmont alle tastiere.
Il genere proposto dai Veiled Moon in questo loro “…As Fallen Leaves…” è uno splendido Gothic Doom, in cui i nostri miscelano sapientemente suoni marziali e funerei a momenti gothicheggianti sublimi. Il primo nome che può venire in mente, come termine di paragone con le dovute proporzioni, è senz’altro quello dei My Dying Bride.

Si parte con l’intro “Madrigal”, celtica nel suo incedere, con la splendida voce di Ophelia che da, assieme alla musica, un vago sapore alla Enya. Il vero e proprio compito di aprir le danze lo si ha con “From Dusk ‘Til Dawn”, lungo pezzo di oltre 8 minuti, che parte con il buonissimo duetto voce pulita/scream fra Thorgrim e Lord Lemory: passaggi lenti al limite del Funeral fanno il paio con altri riflessivi e sognanti.
Segue “Son Of The Storm”, un pezzo praticamente Black Metal: qui Thorgrim mette in atto ciò che ha assorbito suonando come batterista nei Gort. La voce, in questo caso, è affidata totalmente a Lord Lemory, dando ancor di più il sentore Black alla traccia.
Si torna a toni decisamente più gotici con “Drop o’ Winter”, dove torna in auge la coppia Thorgrim-Ophelia; anche in questo caso, non mancano fraseggi di chitarra più vicini al Black piuttosto che al Doom/Gothic, senza però snaturare la natura del pezzo, ma anzi rendendo il tutto più vario. Spettacolare, verso il terzo minuto, il duetto fra la voce lirica della voce femminile e lo scream di Lord Lemory.
Ci si avvia alla conclusione con la penultima traccia, la lunghissima (oltre 12 minuti) title-track. Minutaggio lungo ma che, per fortuna, non scade nella noia più totale, grazie alla varietà (di nuovo) di cui dispone la canzone: ancora una volta fa capolino l’influenza dei My Dying Bride e dei primi Anathema.
Chiude il demo l’outro “Scarlet Feather”, una sognante sonata per chitarra classica.

Un ritorno in grande stile per una band che è rimasta morta e sepolta per molti anni. Merito di Thorgrim, che ha deciso di far rivivere questo suo vecchio progetto, donandogli nuova linfa vitale, un suond variegato ma altresì ben omogeneo, non privo di una certa personalità. Un'unica pecca è riscontrabile nella produzione dei pezzi, non sempre all’altezza di ciò che il genere richiederebbe: ma dai Cieffe Studios non sempre è uscito fuori, ahimè, un lavoro proprio buono.
Consiglio “…As Fallen Leaves…” a tutti coloro hanno amato o amano i My Dying Bride o, generalizzando il discorso, il lato più gotico del Doom: non ne rimarrete delusi.

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