Once Was Silence «Orphan Warped Sun» [2006]

Once Was Silence «Orphan Warped Sun» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Madhatter »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
762

 

Band:
Once Was Silence
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Titolo:
Orphan Warped Sun

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Federico - Vocals
Sabrina - Vocals
Piero - Bass
Dario - Guitar
Riccardo - Guitar
Luca - Drum
Matteo - Synth & Effects
Francesco - Percussion

 

Genere:

 

Durata:
14' 48"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2006

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Avete mai pensato come potrebbe essere un gruppo death metal con Diamanda Galas alla voce? Beh i milanesi Once Was Silence possono darci un’idea proprio in questo senso.
Va precisato che le influenze del gruppo non sono unicamente death metal, e in effetti girovagando per il loro myspace i nomi da cui dicono di prendere spunto provengono da panorami diametralmente opposti quali ad esempio (per citarne due) i Sunn O))) e gli Slipknot. Dunque la musica che ascolteremo è sì ricercata nello stile, ma molto, troppo spesso poco scorrevole e con degli stacchi che sebbene siano d’atmosfera, poco si adattano allo stile generale delle canzoni. Forzature insomma, come nella traccia d’apertura, Brutal War, dove ad un inizio scoppiettante a suon di growl e parti tirate, c’è un’interruzione cadenzata dal basso che ci porta ad ascoltare l’eccezionale interpretazione vocale di Sabrina, che pur essendo eccezionale, si discosta troppo dalla prima parte della canzone, a questo segue un solo di chitarra sensuale, e terminato questo, dopo un breve bridge, la canzone esplode nuovamente in un feroce ending dove le due linee vocali vanno ognuna per conto suo.
Anche la conclusiva Panic Room rispecchia questo dettame, rendendo la canzone troppo poco fluida, e pur avendo uno stupendo ending espressivo (merito soprattutto dell’interpretazione fenomenale di Sabrina), ha degli stacchi un po’ troppo sofisticati.
La vera nota dolente è purtroppo nei suoni parecchio artigianali, ma in particolare nell’equalizzazione e nell’esecuzione. La registrazione in sé anche ha delle pecche come per esempio il ronzio del distorsore quando viene staccata la mano dalle corde. Per quanto riguarda l’esecuzione, in Panic Room in alcune parti mi pare si perda il groove della canzone, mentre per quanto riguarda l’equalizzazione e il bilanciamento dei volumi, a mio parere andava lasciato più spazio a cassa (che comunque suona troppo satura, come se fosse stata equalizzata dando risalto solo ai bassi) e rullante anziché ride e charleston, visto che nell’opener Brutal War il blast beat più che sentirsi si intuisce.
L’idea di fondere generi profondamente distanti è buona, e la presenza di Sabrina(eccezionale) è senz’altro un elemento molto a favore del gruppo, che però invece di fare stacchi nettissimi per dare spazio prima a uno e poi all’altro vocalist, dovrebbe cercare –a mio modesto parere- di creare un tessuto musicale in grado di far coesistere entrambe le voci senza che esse debbano necessariamente andare ognuna per conto proprio.

Track by Track
  1. Brutal War 45
  2. My Shell 50
  3. Panic Room 55
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 35
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 55
Giudizio Finale
51

 

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