Natassievila «Iter Lethalis» [2007]

Natassievila «Iter Lethalis» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Snarl »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
Natassievila

Titolo:
Iter Lethalis

Nazione:
Italia

Formazione:
Asterion :: Guitars
Summum Algor :: Drums
Negatium Corporis :: Bass/Vocals
Katharos :: Vocals

Genere:

Durata:
30' 11"

Formato:

Data di Uscita:
2007

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Cribbio che discone! Questo ho pensato, giuro, alla fine dell’ascolto di questo “Iter Lethalis” dei Natassievila, un gruppo il cui nome potrà non dire niente, visto che questo primo full length (Dark Horizon music) è anche il loro primo sforzo discografico, ma che vi consiglio di andare a cercare.
Bene: questo 4 – piece torinese, ora forse ridotto a trio nella cui formazione ci sono anche membri degli Adversam e dei Nefarium (ottime bands entrambe!), ha generato 6 canzoni incredibilmente espressive, che bilanciano alla perfezione dei riff di chitarra che spesso suonano melodie minimali ma ben riuscite, insieme alla batteria spesso veloce, ma che non di rado si lancia in mid tempos molto incisivi e violenti, come l’inizio di “The cosmic rule”, che è sicuramente l’highlight del disco insieme alla più melodica (e dotata di un riff portante vincente) “Beyond earthly life”. Altrove i Natassievila picchiano a velocità da black metal svedese (come nella conclusiva “Torture of the soul”), mentre le parti meno veloci di “Journey to the world of shadows” ci mostrano senza problemi che questa band sa darci dentro pure quando si tratta di andare piano. A corroborare il tutto ci si mettono anche degli intermezzi ambient dotati di grande evocatività, che spesso manifestano questo vantaggio anche se ottenuti con pochissimi mezzi; mi riferisco, qui, allo stacco finale di “Torture of the soul”, che con pochissime note alte di pianoforte (dal suono storpiato) arrivano a toccare alti picchi di espressività. Ottimo pure l’incipit sempre col pianoforte di “Near death…” che addirittura secondo me non ci starebbe affatto male su “Haxan”. Questi intermezzi ambient donano alla release dei Natassievila un tocco più affascinante e fantasioso, generalmente difficile da ottenere, ma per fortuna la band non ha fallito l’obiettivo.
A chi potrebbero assomigliare? Mica facile dirlo: se state pensando a una specie strana di black tipicamente norvegese, sappiate che non ci siete: qui se proprio bisogna citare una scuola, allora dovremmo menzionare quella svedese, più riconoscibile, ma anche così il paragone ci va un po’ forzato. Spesso per delle atmosfere dissonanti e abbastanza sinistre i Natassievila mi hanno fatto pensare a “Nekrotisk Inkuisition” dei Koldbrann, “The cosmic rule” invece sembra rifarsi ai primi Urgehal, quelli meno thrash e più tipicamente black, ma sono paragoni che non reggono assai, e neanche le loro altre bands rendono tanto bene l’idea, visto che i Natassievila sono un po’ meno veloci e furiosi dei Nefarium e anche più secchi degli Adversam. Questo stile abbastanza personale non costituisce altro che un altro punto a favore.
In conclusione, sarò sincero: cd così in Italia non credo ne escano granché, per cui approvo appieno questo cd dei Natassievila: sei schegge di Black Metal rabbioso che evita la troppa melodia, che evita il trigger (ottima produzione, tra l’altro), che evita astruse filosofie nei testi, e che invece fa quello che bisognerebbe fare: tirare ceffoni sull’ascoltatore senza troppi “se” e “ma”. Se volete Black Metal, eccovelo!