Legion of Darkness «Meridies» [2008]
Legion of Darkness
Titolo:
Meridies
Nazione:
Italia
Formazione:
Lord Inferos :: vocals and poetry
Flagellum :: guitars, mandolin
Adranor :: bass and keyboards
Genere:
Durata:
25' 43"
Formato:
2008
Etichetta:
Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione
I Legion Of Darkness provenienti dalla Sicilia ci consegnano un album promozionale purtroppo mancante di ben due tracce, a quanto pare della durata di circa 25 minuti (circa metà della durata complessiva dell'album). Sul sito è specificato che non è ancora disponibile la versione completa di questo lavoro intitolato “Meridies”. Non è chiaro dunque quando sarà disponibile la versione integra e un po' me ne dispiace, perché, anche se a volte troppo materiale di lunga durata poco
rilevante può portarmi ad un ascolto forzato, preferisco avere in mano la proposta così com'è stata ideata dalla band stessa. Parlerò quindi dei tre brani inclusi nel materiale fornitomi.
La base da cui i Legion Of Darkness partono è un solido black metal che pesca a piene mani dalla tradizione scandinava anni '90: impossibile ad esempio non sentire alcune deviazioni facilmente riconducibili ai Dimmu Borgir d'annata e il gruppo stesso spiega che agli esordi si dedicava prevalentemente ad un black metal molto canonico (puro). Le composizioni mi hanno poi ricordato alcuni altri episodi di black italiano, come ad esempio per gli appassionati, gli Imago Mortis: velocità sempre abbastanza sotto controllo, tempi medi dall'incedere cupo e atmosferico oltreché l'utilizzo di alcuni testi in italiano (una cosa molto diffusa di recente...). Su queste basi ben costruite s'innestano, oltre alle leziose trame di pianoforte e tastiere, delle divagazioni di stampo epico che si appoggiano per lo più sulla chitarra, in una sorta di dualismo, tra una decadente melodia pianistica e l'epicità che portano gli strumenti a corde. Devo dire che la prova riesce piuttosto bene, gli strumenti sono ben coesi e anche su brani di oltre 11 minuti, come la traccia d'apertura “Sentenced To Eternity”, non si rischia di annoiarsi; le tracce si evolvono tra soluzioni più tipiche e altre meno rodate, piacevolmente. Il brano finale intende ricreare il pathos profondo di una terra ricca di miti e leggende, utilizzando strumentazione acustica, percussioni e ampollosi cori di voci. Il paragone diretto è da farsi con la scena pagan, e anche se la mitologia è tutt'altra, non è così semplice fare distinzione: non sono sicuro che mi accorgerei della differenza se intendessero evocare, invece che un isola mediterranea, una prateria irlandese. Strano a dirsi. Questo in ogni caso non intacca la scorrevolezza di una traccia di buon effetto. Unica nota stonata di questo bel disco è che alle volte si accusa l'eccessiva compostezza dei brani, come un compito ben svolto, ma non profondamente amato; forse possa esser causa di una produzione un po' artificiosa.
Track by Track
- Sentenced To Eternity 75
- Songs Of War 75
- Ithaca 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 50
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
68Recensione di June pubblicata il --. Articolo letto 1344 volte.
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