Recensione

In questo disco ci sono essenzialmente due cose che non vanno. Produzione e songwriting. Qualcuno potrebbe dire: allora non c’è niente che va bene. Non è esatto, e ora dico perché.
Ascoltando Nightmares + Lullabies tutto d’un fiato, dopo quasi un’ora, invece di una piacevole sensazione di benessere si ha un terribile fastidio alle orecchie, i settagli dei volumi, tutti orientati sui medi, rendono terribilmente innocui i pezzi che nascondono la parte ritmica ad eccezione dei piatti che invece di completare i suoni bassi della cassa e dei tom infastidiscono e basta. Capisco che l’orientamento del disco è verso il pop che per definizione non va estremizzato però non estremizzare non vuol dire necessariamente non voler colpire.
Il songwriting invece non dà nulla. Niente di nuovo, la poca originalità del disco porta l’ascoltatore ad assuefarsi a tal punto da non distinguere un pezzo dall’altro. Ad eccezione di qualche debole segnale il resto è piatto.
Discorso a parte per il booklet e per l’artwork che centra in pieno la tematica dell’incubo e delle ninna nanne, citazioni di Burton che esaltano l’opera e sequenza azzeccata delle tavole.
Ecco cosa c’è di buono in questo disco, il contenitore, ma non basta.

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