A Buried Existence «Ferocity» [2008]

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Hel »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1745

 

Band:
A Buried Existence
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Titolo:
Ferocity

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Gianluca Molè: chitarre
Marko Velardi: voce
Tat0: basso
Peppe Pascale: batteria elettronica
Francesco Merante: chitarra solista (special guest)

 

Genere:

 

Durata:
11' 0"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

E’ datato Dicembre 2008 questo “Ferocity”, promo autoprodotto di 4 tracce ad opera degli A Buried Existence, combo proveniente da Catanzaro, dedito dal 2007 ad un death/thrash spaccaossa influenzato dall’hardcore americano (con qualche venatura “cyber”), e che vede tra le proprie fila personalità piuttosto conosciute nella scena underground calabrese (i membri sono attivi in progetti quali Glacial Fear, Zora, Land of Hate e Uranium-235).

La partenza è letteralmente al fulmicotone, con l’opener “Revenge” : base ritmica furiosa e voce al vetriolo, mix reso ancora più d’impatto dalla durata non eccessiva, caratteristica riscontrabile anche nelle altre 3 tracce.
Si prosegue con “Perverted Church” , il cui ritmo serrato e lo screaming caustico di Marko ne fanno la traccia più violenta e psicotica di questo mini-cd; notevole anche l’uso dei synth, che riportano alla mente i Fear Factory.
Con la terza track, “Reborn in Sick” (la più lunga del disco,con i suoi 3 minuti e 45 secondi), la band abbandona momentaneamente la folle velocità delle precedenti canzoni, e propone un riff ipnotico e possente al contempo: devastanti gli ultimissimi minuti, dove di nuovo è palpabile l’influenza dei Fear Factory.
Infine, si chiude in bellezza con “New World Desaster” : 2 minuti e 52 secondi di potenza distruttrice, un
muro di suono di riffing fulmineo e violenza percussiva, in cui però fa breccia una pregevole apertura
melodica al secondo minuto, che dà prova della padronanza che il vocalist Marko ha delle sue corde vocali.
Quattro tracce di impatto più che efficace, rese ancora più godibili grazie all’ottima qualità di registrazione (effettuata presso il Sound Farm Studio di Catanzaro).
Segnalo l’unica pecca per quanto riguarda l’artwork, che è a mio avviso eccessivamente scarno e confuso, poco in linea con le interessanti sperimentazioni che la band ci propone.
In conclusione, un esordio davvero notevole per la band calabrese che, nonostante si cimenti in un genere solitamente non famoso per creatività e spinta verso nuove idee, riesce con successo nell’impresa di creare sonorità particolari e assolutamente non scontate: le credenziali per un futuro, ottimo full-length, considerata anche la notevole esperienza dei musicisti, ci sono tutte.

Track by Track
  1. Revenge 75
  2. Perverted Church 70
  3. Reborn in Sick 80
  4. New World Desaster 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
75

 

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