Waterwings «Melodrama Of Unfortunate Events» [2008]
Waterwings
Titolo:
Melodrama Of Unfortunate Events
Nazione:
Italia
Formazione:
Frank :: Vocals + Guitars
Bizzo :: Guitars + Backing Vocals
Bonna :: Bass + Backing Vocals
Lollo :: Drums
Genere:
Durata:
31' 16"
Formato:
CD
2008
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
A quasi quattro anni dalla prima release ufficiale della band (l'EP "The Happiest Sadness" datato 2005), i Waterwings ritornano con un'altra fatica: “Melodrama Of Unfortunate Events”, e proprio di fatica si tratta, ma non per il gruppo, quanto per l'ascoltatore che, teoricamente, dovrebbe far fatica ad interessarsi ad un sound sperimentato ed utilizzato milioni di volte da band -prime tra tutti- come gli Ataris di So Long Astoria e probabilmente un altro centinaio se non più, di punk-rock band italiane che, fortunatamente, resteranno sempre in ombra e ci salveranno da una ripetitività quasi clinica.
E proprio di ripetitività si tratta, in questo caso, e, ahimè, non solo di quella; l'album è completamente prevedibile e propone un po' tutti i canoni del Melodic Punk-Rock stile West Coast (ma fortunatamente lontano da quei capolavori dei primi anni 90 che Green Day, Blink 182 e Offspring ci portavano rallegrando le nostre serate tra birre e amici, e non osate dire che non ve li ricordate!).
Le schitarrate semi-metal dei Waterwings arrivano alle orecchie come un pesce fuor d'acqua, così come le sperimentazioni ritmiche della cassa coi riff già sentiti mille volte, la solita minestrina in pratica!
Inutile dire che il genere in sé per sé è ripetitivo al massimo, ma un conto è la ripetitività degli Opeth o dei Katatonia (sebbene di genere completamente diverso da questo) e un conto è questa realtà punkeggiante che serpeggia tra i ragazzini col ciuffo da una parte. Non oso nemmeno chiamarla Emo in quanto quest'ultimo genere, nei tempi che fu, quindici anni fa, era una branca del punk di tutto rispetto ma si sa, la moda ed il commercio ci portano via tutto il meglio che produciamo.
Non avrei mai creduto che in tutto un disco (inutile da comprare per altro) si salvasse solo la prima traccia, un intro, che mostra in modo abbastanza discreto tutti i differenti ambiti musicali della line-up amalgamati insieme. Un disco pressoché inutile da possedere.
Track by Track
- First Act 70
- The Oak 50
- Moongravity 60
- So Empty 50
- One By One 55
- Second Act 65
- Nothing To Write Home About 50
- Believe In Heroes 55
- Under The Floodlights 65
- Game Over 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 50
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
59Recensione di carnival creation pubblicata il --. Articolo letto 771 volte.
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