Erodes «Ep 2008» [2008]
Erodes
Titolo:
Ep 2008
Nazione:
Italia
Formazione:
Marco :: Vocals
Enzo :: Guitar
Andrea :: Guitar
Ruggero :: Drums
Dano :: Bass
Genere:
Durata:
27' 3"
Formato:
EP
2008
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Tanto sound americano, di preferenza post core, per usare una parolina un po' noiosa, ma che ci rende chiaro tutto subito. Ragazzi freschi che hanno voglia di suonare e di sperimentare, cercando di variare tema partendo da una base hardcore lenta ed oppressiva, ma che si tuffa a capofitto in aperture più feroci; il risultato è interessante.
Partiamo dall'esterno: la registrazione è pompata, a parte i suoni della batteria che sono abbastanza in secondo piano, molto naturali (insomma prediligono un “feeling live”), creando il doppio effetto di essere “originali”, ma anche “inoffensivi”; la batteria è infatti sormontata alla grande dai suoni delle chitarre, che lasciano spazio solo nei piccoli break dal sapore fusion o jazzato che appaiono qui e li, nonostante questo ottiene ottimi risultati risultando quadrata e incisiva. Il cantante che si esprime con più voci: una più bassa, quasi growl e una scream che si concede delle divagazioni melodiche ben riuscite in una una serie di canzoni che cercano di essere sempre fuggevoli. Tracce di melodia moderna assimilabile a certo emo-core, scatti noise furibondi, chitarre melodiche alternative che cercano ogni appiglio e richiamano ogni genere. Davvero caotico... nel senso buono del termine! Senza farsi (e farvi) venire il mal di testa con pallose session strumentali stile math-core, bistratteranno il vostro cervello con una serie di tracce davvero eclettiche, per altro pure di buon gusto; non è cosa da tutti i giorni. Anche se infondo a tutto questo eclettismo sonoro percepisco un po' di dispersione e non farebbe male focalizzare meglio la proposta.
In fin dei conti si tratta di una band giovane che ci propone qui i risultati di un breve periodo insieme e devo dire che per essere un inizio è davvero notevole. Per citare alcuni brani, “Four Steps Ahead” unisce gradevolmente rock di stampo anni '70 con stonate dolci melodie di chitarra pulita. Una traccia come “One Invisible Day” offre un ottimo metal dai toni imperiosi, che si perde in una divagazione con organetto, per riprendere con sonorità vicine allo stone rock: particolarmente coinvolgente. Ci si potrebbe aspettare grandi risultati alla prossima uscita.
Track by Track
- Too Much For Two Arms 70
- The Third Place Out Of Time 70
- One Invisible Day 75
- Six Hour Later 65
- Only Five Fingers 70
- Four Step Ahead 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 75
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
70Recensione di June pubblicata il --. Articolo letto 673 volte.
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