Abletobe «Sintoma» [2009]

Abletobe «Sintoma» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
797

 

Band:
Abletobe
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Titolo:
Sintoma

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Nicola Muzzioli :: Vocals + Strings + Samples
Oliver Pranzini :: Bass
Simone Ascari :: Drums + Samples

 

Genere:

 

Durata:
51' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2009

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Non dico una bugia se affermo di aver atteso per almeno due o tre anni un album come questo.
Più che altro mi ero lasciato carta bianca. “Chissà quale sarà il prossimo gruppo che mi farà sognare davvero?” e a quanto pare il sottoscritto sembra averlo finalmente trovato (almeno per questo fruttuoso Anno Domini 2009).
La band in questione è incredibilmente italiana e si tratta degli Abletobe, gruppo fino a pochi giorni fa completamente anonimo nella mia libreria di CD, ma da oggi nei primi posti degli ascolti più frequenti, questo è poco ma sicuro!
La proposta dei nostri non è di facile collocazione dato che prende in esame diverse fette di generi inserendole in un calderone, mescolando il tutto e restituendocelo in un modo assolutamente originale.

Fin da subito capiamo di trovarci di fronte ad un ibrido costituito da elementi quali Tool/A Perfect Circle, gli ultimi e incattiviti Porcupine Tree, i migliori Deftones che possiate ascoltare, gli ultimi O.S.I. di “Blood” e un'ottima farcitura di elettronica fatta di samples, loop ed effettistica dell'ultima generazione (filtri, campionature sopraffine e pattern interessanti).
L'atmosfera che si viene a creare è oscura e a tratti opprimente (specie per tracce quali “Krop” e il suo seguito “The Deepest Area”) ma viene relegata da dei ritmi assolutamente perfetti sotto degli incredibili e granitici riff di chitarra e basso. I tappeti sono in secondo piano e sono costituiti soprattutto da elementi campionati ed effetti riempenti più che da un'esecuzione vera e propria.
Gli arpeggi non lasciano quasi tregua (in senso buono ovviamente) e dominano gran parte del disco, così come la malinconica voce del singer-chitarrista, motore della band.

Un ottimo disco da ascoltare di continuo e sicuramente riguarda i gusti di veri intenditori delle frequenze sonore, più che per amanti del metal classico in sé per sé. “Questo non è metal, questo è molto di più.” Paradossalmente è la stessa frase che mi venne in mente dopo aver ascoltato “I” dei Meshuggah. Naturalmente mi rendo conto che il genere sia completamente differente così come lo stile e il songwriting..ma il fatto è che provai la stessa sensazione anni fa trovandomi di fronte ad un disco pieno di estreme sperimentazioni.
Stavolta (perdonatemi il gioco di parole orrendo) la “musica non cambia” e sempre di sperimentazione si tratta, sebbene riguardante più l'alternative che il technical-post-thrash.
Capolavoro? Per quanto mi riguarda sì.

Track by Track
  1. A Place To Live 80
  2. Fawu 75
  3. Just One World 80
  4. A Spiral 80
  5. Body Of a Soul 80
  6. Rebound Of a Rubber Head 75
  7. The Filth 80
  8. Iter 90
  9. See Through My Eyes 85
  10. Krop 85
  11. The Deepest Area 80
  12. Restless 80
  13. Disinfection 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
80

 

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