Worstenemy «Under Ashes of Wicked» [2009]

Worstenemy «Under Ashes Of Wicked» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1672

 

Band:
Worstenemy
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Titolo:
Under Ashes of Wicked

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Mario Pulisci - Vocals/Guitar
Marco Marini - Guitar, Vocals
Elena - Bass
Andrea Todde - Drums

 

Genere:

 

Durata:
25' 7"

 

Formato:
EP

 

Data di Uscita:
2009

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Proprio non male questo EP dei Worstenemy, band death metal sardo/Bolognese, che ci ha sfornato 25 minuti di musica rocciosa, di Death Metal potente e deciso che riesce nel per nulla facile compito di prendere parecchie influenze e soluzioni stilistiche tipiche di diversi gruppi (Alle volte si sentono i Dismember, altre volte i Death della seconda ondata per qualche riff più “astratto” e su tempi dispari, altre volte gli Autopsy), rimescolarle e farle funzionare con uno stile proprio!
Per la verità questo “Under ashes of Wicked” comincia con una canzone, “Spectrum”, che mi ha lasciato indifferente visto che parte con un bel riff lento alla Autopsy, ma poi nonostante le azzeccate parti veloci, la band pare impacciata, il brano si stabilizza su quel tempo lento poco incisivo e alla fine non morde. Fortunatamente, però dal secondo brano in poi è un delirio assoluto: i WE raddoppiano la velocità dei brani e calcano la mano proprio sull’aggressività, riuscendo a sfornare dei brani ben potenti, graziati da degli arrangiamenti e da delle qualità soliste veramente encomiabili, mentre i riff spaziano parecchio dalla pura aggressività tipica di brani come “Suffer Putrefaction Dominion” alle soluzioni più sghembe, disarmoniche e ricercate di brani come “Nogoth” (titolo enigmatico…). Il colpo grosso, cioè il picco dell’album, però, i WE ce lo piazzano con la title track ma soprattutto con “Burning my flesh”, brani che hanno la notevole caratteristica di prendere molte delle influenze sparse per l’EP, fonderle e riconsegnarle in pieno viso al povero ascoltatore malcapitato.
In poche parole, bene così: fa sempre piacere ascoltare un bel discone Death con gli attributi, ben curato in ogni dettaglio (pure il basso, quando entra in scena, fa la sua porca figura), violento a non finire, e soprattutto senza molti dei cliché moderni (leggasi: influenze di qualsiasi cosa finisca con –core, triggers esageratamente alti, suoni strapuliti) che personalmente non apprezzo. Se apprezzate il Death che verte abbastanza sull’Old School, siete pogatori incalliti e tenete in considerazione le capacità tecniche, provate ad ascoltarli.

Track by Track
  1. Spectrum 55
  2. Suffer Putrefaction Dominion 75
  3. Nogoth 75
  4. Burning my Flesh 85
  5. Nameless 70
  6. Under Ashes of Wicked 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
75

 

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