Vehement «All That's Behind» [2009]
Vehement
Titolo:
All That's Behind
Nazione:
Italia
Formazione:
Stefano Savi - Drums
Michele Cordioli - Voice and Bass
Filippo Buzzi - Guitar
Davide Girardi - Guitar
Genere:
Durata:
44' 43"
Formato:
CD
2009
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Nati dalle ceneri dei Morpheus, i veronesi Vehement a quattro anni di distanza dal demo "Needless to Oppose", danno alla luce il loro primo full-lenght.Il nome di questa band non lascia certo dubbi, ed è facile intuire l'attitudine di questi musicisti: brutalità,violenza sonora, durezza sono i caratteri fondamentali che emergono all'ascolto di "All That's Behind". I Vehement forgiano un sound che risente l'influsso di band quali Slayer, Fear Factory e Machine Head, solo per citarne alcuni; il loro è un trash estremo, molto spinto, tecnico, quasi ai limiti del death.
Il chitarrista Filippo Buzzi è l'unico membro della formazione originale ad essere "sopravvissuto" ai continui avvicendamenti susseguitisi nel corso di questi anni, l'ultimo in ordine cronologico quello che ha visto Alberto Todeschini lasciare il posto a Davide Girardi alle sei corde; fortunatamente, però, il giovane quartetto sembra ora aver trovato il giusto equilibrio e la giusta serenità per portare avanti il progetto musicale auspicato.
Estenuato uso del doppio pedale, ritmiche serrate, riff tiratissimi,cantato sporco e irruente, assoli frenetici costituiscono la colonna portante su cui si erge un muro sonoro travolgente, che non lascia tregua.
L'intro al "Al Suelo Todo El Mundo" ha un incedere ben cadenzato e promette bene, ma a parte alcuni episodi significativi come la title-track, dotata di un groove fluido e potente, o la sepulturiana "The Slow Drowing Of Morality", il più delle volte ci si perde nell'anonimato e in ostentati tecnicismi; è evidente che manca quel tocco personale, un tratto stilistico distintivo. Il punto debole più evidente risiede nell'impostazione della voce , un growl approssimativo, piatto, che a lungo andare stanca e rende l'ascolto ripetitivo. Peccato perchè le idee ci sono e alcuni spunti non sono affatto male, ma appaiono isolati, fini a se stessi, e non vengono valorizzati a dovere; caso esemplare il micidiale riff introduttivo di "Peachers of Warfare", smorzato malamente nel proseguio del brano, un vero spreco!
La strada da percorrere è ancora lunga, e le cose da affinare sono tante, ma le credenziali sicuramente non mancano, e fanno ben sperare per il futuro di questa giovane band e per quello del trash made in iItaly; un album nel complesso ampiamente sufficiente.
Track by Track
- Al Suelo Todo El Mundo 65
- The Slow Drowing Of Morality 70
- All That's Behind 75
- Preachers Of Warfare 65
- Mask 60
- Slaughter House Of Parliament 65
- Memento Mori 60
- High Blood Pressure 60
- No Reason To Fight For 60
- The Art Of Oppression 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 50
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
64Recensione di Edowar pubblicata il --. Articolo letto 2280 volte.
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