Achernar «Spectral Universe» [2009]

Achernar «Spectral Universe» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1036

 

Band:
Achernar
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Titolo:
Spectral Universe

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Okram: Vocals/guitars
Misa: Guitars
Antonio: Bass
Reshaim: Drums

 

Genere:

 

Durata:
38' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2009

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I sardi Achernar nascono nel 2005, e oggi arrivano al loro debutto discografico con questa autoproduzione chiamata per l’appunto “Spectral universe”, un lavoro che non nasconde qualche buona ambizione e alcune buone frecce al proprio arco, ma che non manca, ad onor del vero, anche di alcune punte di prolissità e di mancanza di originalità un po’ marcate.
Andiamo con calma: in pratica, il discorso sulla musica per questo quartetto sardo è un po’ lo stesso che si può fare per la copertina del loro album: colorata e atmosferica, ma nondimeno anche un bel po’ cliché, statica e non molto comunicativa ad un approccio più approfondito. Infatti, la musica degli Achernar è costituita da una base che principalmente mischia dell’Heavy Metal (sì, per me è così, a scapito di quanto detto nella biografia) predominante mischiato a del death melodico tipo i Soilwork più melodici, ripescando raramente dei richiami ai Rotting Christ di “A dead Poem” e “Sleep of the angels” e riecheggi dei Dissection di “Thorns of Crimson Death”, il tutto senza bissarne i livelli di grandezza. Si sarà probabilmente capito, forse a giudicare dalle influenze citate, che gli Achernar giocano molto sulle chitarre e sugli intrecci melodici che tirano fuori, ed in effetti alle volte il quadro delle influenze è bilanciato e ci regala dei buoni brani come “Into the depth” e la conclusiva “Afflicted by your mind”, ma il resto dei brani non propone quasi niente di diverso: più o meno le stesse idee, le stesse soluzioni stilistiche (ritmiche soprattutto) non copiate ma riutilizzate in maniera unidirezionale e monocroma per tutto l’album. Il risultato è un disco le cui tracce singolarmente non sono male, ma messe insieme fanno in maniera tale che l’album risulti troppo omogeneo e dispersivo, quasi immobile, caratterizzato da una serie di canzoni con dei riffs tutti o almeno la maggior parte con la stessa tecnica, con la batteria che insiste su smorti tempi medi che non trascinano, non facendo risaltare le parti più rabbiose.
Tirando le somme: “Spectral universe” è un disco che debut album può starci anche bene, ma la cui proposta che si salva per alcuni aspetti come gli intrecci di chitarra ben curati e fatti evidentemente con criterio, non manca di avere per il resto idee di minore livello che la rendono una band “average”, nella media. Occorre che la band osi di più, che guadagni in dinamicità e in fantasia nei brani, arrichendo il proprio songwriting con diverse influenze. Per ora, gli amanti delle cose a metà tra Death, heavy e Gothic provassero a buttarci un ascolto ché potrebbero rimanerne sodisfatti, fermo restando che per me la band non è male, ma ha ancora strada da fare.

Track by Track
  1. Sky's suicide 60
  2. The sign of the moon 60
  3. Into the depth 70
  4. Morning Star 60
  5. Infinity 60
  6. Spectral Universe 60
  7. Afflicted by your mind - ex Cerement 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
63

 

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