Zembus «Squaring the Circle» [2009]
Zembus
Titolo:
Squaring the Circle
Nazione:
Italia
Formazione:
Luca Asfalto : Vocals and Acoustic Guitars
Diego Cazzaniga : Guitars and Backing Vocals
Davide Di Marco : Bass
Davide Incorvaia : Drums and Samples
Davide Isola : Guitars
Marco Lanzi : Keyboards
Genere:
Durata:
53' 3"
Formato:
CD
2009
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Dall'oceano spesso sotterraneo di proposte prog-metal italiane ecco venire alla luce 'Squaring the Circle',
album di debutto degli Zembus (segue alla demo 'A Different Youth' del 2004 e all'EP del 2005 'No Man's Land'), formazione ligure attiva oramai dal lontano 2003 e composta da elementi di esperienza e pedigree sicuramente invidiabilissimi.
I sei propongono un prodotto in linea con i dettami del genere sopraccitato, facendo sfoggio di eccellenti doti tecniche corroborate da un songwriting accurato e spesso virtuosissimo e da arrangiamenti di alto profilo.
Le sonorità del disco, che si articola in nove tracks, sono molto vicine, come per stessa ammissione degli Zembus, a quelle di formazioni più celebri e largamente incensate quali Dream Theater, Porcupin Tree e Queensryche, con i primi sicuramente quali riferimento principale; mi sento invece di dissentire con il parallelo proposto dai nostri nell'accostarsi a band thrash e heavy quali Metallica e Iron Maiden, poichè di queste poco o addirittura niente si può scorgere in questo full lenght d'esordio.
Il prog propostoci è ricco come da copione di elementi tecnici e compositivi ricercati, ma pur nascendo da un concept nelle intenzioni metal manifesta un atteggiamento ed un'inclinazione più spiccatamente aderenti ad elementi di matrice e gusto rock, e mette in scena brani dove ad un tappetto musicale dai dinamismi fluidi e precisissimi viene accostata un'esecuzione del singer Luca dalla forte carica espressiva, preziosa sopratutto nel rendere i passaggi più "accademici" meno distanti dall'ascoltatore e rendendo complessivamente il lavoro assai più godibile.
Se dovessimo comunque eccepire qualcosa saremmo portati a dover riconoscere che sul piano dell'innovazione il disco difetta piuttosto palesemente, forse anche perchè non aiutato dal genere di base, legato a schemi e stilemi non troppo flessibili e poco avezzo a sperimentazioni che non siano dall'alto coefficiente tecnico; sia chiaro, non viene messa in dubbio la bontà del lavoro o la personalità artistica di chi lo ha realizzato però in un certo senso da musicisti così dotati ed esperti sarebbe lecito aspettarsi quel qualcosa in più che potrebbe trasformare un lavoro discreto in uno ottimo (risultato peraltro nemmeno irraggiungibile in un prossimo lavoro a mio giudizio).
Pezzi come 'The Storm', 'Eternal Stairway' o 'Transposing a Moment (While Sleeping...)' sono senza ombra di dubbio validi e apprezzabili, si segnalano sopra la media, comunque buona dell'album e mettono in mostra i migliori pregi della band, facendo intravvedere quanto di buono possano creare con i propri importanti mezzi.
Insomma, consigli da dare ai nostri non ce ne sono, il disco è un buon prodotto e merita attenzione, soprattutto indicato per cultori del genere.
Sono sicuro che con il tempo anche uno stile più intimo e personale potrà essere raggiunto, tempo al tempo e c'è da essere sicuri che la quadratura del cerchio, come profeticamente recita il titolo del lavoro, arriverà...
Track by Track
- S.O.T.C. 70
- The Storm 75
- One Thousand and One Nigths 65
- Proclaming I 60
- Cry 65
- Eternal Stairway 70
- Perfect Time 65
- Snow 65
- Transposing a Moment (While Sleeping...) 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 65
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
68Recensione di ojumalu pubblicata il --. Articolo letto 1085 volte.
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