Dhos «Die Hard Outlaw Society» [2009]
Dhos
Titolo:
Die Hard Outlaw Society
Nazione:
Italia
Formazione:
Yuri Testi : Voice And Bass
Laura Masi : Guitars
Nazario Laurito : Drums
Genere:
Durata:
27' 7"
Formato:
CD
2009
Etichetta:
Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione
Die Hard Outlaw Society è il primo album dei Dhos, trio bolognese dedito ad un alternative-rock sperimentale dai molteplici influssi e dalla difficile collocazione nel panorama underground Italiano.
Composto di otto tracks (due per la verità avrebbero tutta l'aria di essere intro ai brani successivi) e prodotto dalla UK Division Records, questo disco propone in buona sostanza un lavoro alchemico e piuttosto personale di fusione tra diverse correnti, alcune delle quali a mio giudizio, concettualmente e stilisticamente lontane tra loro al punto tale da poter risultare ad orecchi poco tolleranti e duttili addirittura incompatibili.
Nella Società dei fuorilegge duri a morire si attraversa perciò idealmente il territorio proprio di un certo stoner di matrice statunitense, di cui in brani come 'Butterfly' sono palesi le atmosfere sabbiose, gli arrangiamenti caldi e le sonorità stancamente rabbiose; personalmente mi sento di portare in questo caso un parallelo, penso non azzardato, con gli ultimi Kyuss (quelli per intenderci di 'Welcome to Sky Valley' o '...and the Circus Leaves Town').
E' massiccia poi la presenza di elementi di matrice hard rock, vivissima in un pezzo dal giro classico e quasi di estrazione blues quale 'D.Dance', dove le atmosfere si fanno a tratti assolate (rappresentativo in questo senso la presenza dell'armonica, verosimilmente digitalizzata) e a tratti più rampanti.
Ancor più imponente è poi l'intelaiatura sulla quale poggia praticamente l'intero disco, una struttura fatta di elementi elettronici che in maniera più o meno centrale indirizzano prepotentemente il lavoro all'interno del filone delle sperimentazioni dal sapore quasi industrial.
Tale aspetto è evidentissimo in brani quali l'opening 'Soul in Black' o 'No Answers', dove alla voce filtrata (costante in tutto l'album) si agguingono effetti ed arrangiamenti che sostanzialmente sono considerabili alla stregua dei musicisti in quanto a presenza sonora e centralità.
In questo senso risulta forte il rischio che l'elemento elettronico trasformi alcuni passaggi da rock alternativo e sperimentale a pop rock, facendo perdere -se non ho frainteso le intenzioni dei nostri- alla band una certa coerenza stilistica in favore di un'apertura verso un pubblico sensibilmente più incline al "commerciale".
Die Hard Outlaw Society in buona sostanza è il tipico "ascolto facile", fatto di discreta musicalità, trame a tratti accattivanti ed elementi di diverse estrazioni che avvicinano il lavoro a più categorie di fruitori, ma che pecca sostanzialmente nella mancanza di momenti che si elevino al di sopra della media, rendendo quello che rappresenta comunque un discreto debut album, solo un punto di partenza, dal quale aspettarcisi, un netto ed indispensabile cambio di marcia, ancor più se consideriamo il fatto che chi deve fare questo salto di qualità dimostra già, in questo primo "scorcio di carriera", ottimi mezzi, spunti interessanti e potenzialità innegabili e sicuramente ancora tutte da scoprire.
Sufficienza con riserva dunque per questa proposta dei Dhos, solo il tempo dirà se potrà esserci una promozione a pieni voti, per ora vale la pena fare il tifo per i nostri e dare loro la nostra fiducia, che sicuramente dimostrano e dimostreranno di poter meritare !
Track by Track
- Soul in Black 60
- Butterfly 75
- Traffic 60
- Perfect Day 70
- D.dance 65
- No Answers 65
- Dark Core 60
- Is It Cruel? 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 65
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
66Recensione di ojumalu pubblicata il --. Articolo letto 968 volte.
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