Ammonal «Beginning The End Of Everything» [2010]
Ammonal
Titolo:
Beginning The End Of Everything
Nazione:
Italia
Formazione:
Leo :: Vocals + Guitars
Andrea :: Guitars
Renzo :: Bass + Backing Vocals
Federico :: Keys + Backing Vocals
Cereus :: Drums
Genere:
Durata:
33' 40"
Formato:
CD
2010
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Dalle mie parti esiste un detto -tendente al volgare ma estremamente esplicativo- che recita così “I gusti so' come li cojoni! Ognuno c'ha li sui!”. Questo basterebbe per terminare qui la recensione, credetemi, in quanto è risaputo che i giudizi musicali generalmente sono rappresentati da una soggettività che abbraccia un po' tutti coloro che ascoltano una X canzone, secondo canoni estetici e parametri propri.
In questa sede tratterò dei miei e lo farò con una punta di tristezza. Trattasi di un demo/EP, mettiamolo in conto!
I milanesi Ammonal hanno prodotto una demo/EP mediocre all'ennesima potenza, nemmeno lontanamente sufficiente per potersi definire un resoconto di buona musica.
Prodotte male e suonate quasi peggio le singole sei tracce sono quanto di più assurdo si può trovare in un genere come quello proposto dai nostri: Melodic Death Metal. Sì ok, loro stessi si autodefiniscono Alternative Melodic Death di scuola scandinava -e quindi vanno a prendere in prestito soluzioni armoniche e riff dai Children Of Bodom, dai Dark Tranquillity, da In Flames e compagnia bella- ma tutto ciò non ha niente a che vedere né con le influenze né con nient'altro.
Voglio dire, praticamente il 60% delle canzoni è privo di qualsivoglia linea logica e cambia tempi troppo repentinamente, usa mosh tutti uguali e i fraseggi di synth/piano/pad ecc. e chitarre sono troppo prevedibili e banali per poter affermare di aver quantomento proposto qualcosa di decente.
Parlando del lato canoro il disco è cantato troppo poco e suonato troppo, già questo mi fa storcere il muso ma almeno il cantato (in growl e a volte contornato da un discreto scream) fosse concepito in modo impeccabile, niente da fare, almeno 4 volte -e in punti discutibili- compare un counting (il classico “One, Two, Three, Four!”) per aizzare le folle sotto al palco e tentare di dare un colpo sicuro dopo quel “Four!” ..colpo che non c'è, canzone che non alza nemmeno un po', non decolla ma resta sempre e solo lì a farci chiedere quand'è che finirà il tutto.
La traccia peggiore del disco si intitola “Fuckin Blues” e, se la band pensava di fare qualcosa per non prendersi troppo sul serio (lo spero!) ha toppato alla grande, perchè gli è riuscita artefatta, appare quasi costruita a tavolino e suonata da persone che col blues non azzeccano proprio nulla. Tutto stereotipato al massimo e suonato in modo artificiale, senza sentire la benchè minima influenza vera e propria del blues. Sperimentazione sì, ma non facciamo il passo più lungo della gamba per favore!
Le tastiere ricoprono un ruolo completamente inutile nel disco, sono fredde, scostanti e composte da suoni francamente troppo poco ricercati e prevedili per poter sottolineare al meglio le melodie (che comunque sia sono poco frequenti: stessi accordi proposti fino alla nausea. Sì, conosciamo bene le quinte diminuite anche noi ma non sono sufficienti per poter comporre una canzone valida).
I ritmi potrebbero anche andar bene così ma la produzione della batteria è attufata e richiama un po' la sala prove raccapezzata in qualche cantina del nonno.
..e ancora : assoli di synth e chitarre prevedibili, spenti, senza passione.
Continuo? E' meglio di no.
Stavolta bocciati. Vedremo un po' in futuro se proporranno qualcosa di meglio.
Track by Track
- Beginning The End Of Everything 45
- Final War 45
- Doctrine Of Submission 50
- I Bleed 50
- Fuckin' Blues 40
- You'll Never See, You'll Never Know 55
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 50
- Qualità Artwork: 40
- Originalità: 45
- Tecnica: 50
Giudizio Finale
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