Bad more ending «Theory of endless sacrifice» [2010]
Bad more ending
Titolo:
Theory of endless sacrifice
Nazione:
Italia
Formazione:
Max - vocals
Filo - guitars
Gabry - bass
Ivan - drums
Genere:
Durata:
23' 42"
Formato:
CD
2010
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Siamo a Ravenna, nel 2000 si formano i nostrani Bad More Ending proponendo un thrash-groove metal abbastanza standard; la band ha subito diversi cambi di formazione riuscendo infine a trovare una sua stabilità e identità artistica finale. Il lavoro che ne scaturisce “Theory of endless sacrifice” è un buon mix di sonorità abbastanza moderne tra Machine head, Sepultura e Strapping Young Lad non disdegnando elaborazioni ritmiche e cadenzali come contro tempi e tempi dispari, avvicinandosi un po' di più ai mitici Meshuggah.
I presupposti per un buon lavoro ci sono tutti: la violenza dei riff è assicurata da un'ottima performance di chitarra, la batteria dirige molto bene tempi martellanti e aggiunge linee molto tecniche con passaggi ricchi di groove un po' alla Node; la voce esegue ottimi scream e growl praticamente su tutti i pezzi senza molte banalità e soprattutto senza ostentare la performance.
Violenza e la grinta non è l'unico elemento di spicco in un album del genere, infatti il ragazzi si muovono abbastanza bene in bridge sia dissonanti sia ben armonizzati riuscendo a rendere piuttosto movimentate le strutture principali dei brani. Quello che purtroppo succede in realtà è che le strutture sono tutte abbastanza simili per ogni brano e che nonostante gli ascolti molto attenti; si ha come l'idea di non aver assimilato niente e posso garantire che non è una bella sensazione. In ogni modo la mancanza di spunti veramente originali e significativamente ben studiati si fa sentire pesantemente, a parte un passaggio a mio avviso molto buono di chitarre pulite dal suono abbastanza acido su “The Burning Process ”.
A rendere il tutto ancor meno incisivo partecipa anche un mixaggio non proprio esaltante: le chitarre sono molto buone, un giusto mix di suoni graffianti e corposi pieni di medi bassi, ma quello che manca è la presenza di un basso sulle sue giuste frequenze a dare peso al sound che complessivamente risulta sbilanciato e sommerso dalle chitarre in cui anche la batteria fatica veramente tanto ad emergere con suoni troppo secchi.
In definitiva, ci aspettiamo lavori migliori per il futuro, ma le basi sicuramente ci sono tutte perciò spero di vedere presto del nuovo materiale.
Track by Track
- Who Is The Victim Now? 60
- A World On Fire 60
- The Burning Process 65
- Lie To Exist 65
- Beyond Flesh 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 50
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 50
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
61Recensione di Dust pubblicata il --. Articolo letto 1446 volte.
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