Fake Mors «Sounds Of Death And Resurrection» [2010]
Fake Mors
Titolo:
Sounds Of Death And Resurrection
Nazione:
Italia
Formazione:
Alessio :: Vocals + Guitars
Luca :: Vocals + Guitars
Marco :: Bass
Davide :: Drums
Genere:
Durata:
39' 37"
Formato:
CD
2010
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Certamente tra gli ascolti di questa giovane band -nata nell'inverno dello scorso anno dall'incontro “fottutamente casuale” come riportano loro stessi- compaiono, tra le miriadi di band thrash che hanno fatto la storia del genere, soprattutto i primi Metallica, quelli di Master Of Puppets e Ride The Lightning, gli storici 'tallica insomma.
Certo è che i nostri giovani rampolli bergamashi potevano fare molto di più in sala prove invece di arrivare a registrare pezzi dal dubbio gusto con pattern presi in prestito un po' ovunque dal vecchio Thrash (specialmente dai Metallica, e su questo non discuto!) e per ciò che concerne il modo di cantare in alcuni tratti e per tutto il resto della sfera dei riff, degli assoli praticamente fregati da sotto il naso ad Hammet; anche le ritmiche lasciano a desiderare sia per la resa imprecisa e superficiale che per come sono state prodotte, è come se fossero state lasciate in disparte.
Le chitarre godono di una produzione discreta devo ammettere ma anche lì l'imprecisione e l'inconcludenza regnano sovrane: canzoni come “Nighmare Pusher” e “No Way For Nothing” appaiono prolisse al massimo, statiche e piene di assoli che non vogliono dire assolutamente nulla oltre al fatto che sono ficcati qua e là senza un motivo ben preciso e non venitemi a parlare di “innovazione” e “creatività” in quanto queste virtù le posseggono in pochi ormai e non è certo suonare un assolo “Hammet Style” dal gusto che rasenta quasi lo zero e porlo in punti della canzone pressochè assurdi a fare di una band l'”apoteosi dell'innovazione”.
Lo dico chiaramente senza paura: i Fake Mors di “Sounds Of Death And Resurrection” sono una band che mi è parsa buona per quanto riguarda l'entusiasmo e la voglia di fare ma che in questo disco avrebbero potuto (e dovuto) fare molto di più, sputare sangue in queste cose paga sempre.
Giusto un paio di brani si salvano: “Oneself Torture”, più dinamica delle altre, più ritmata e più tendente all'Heavy classico e la lunga ed epica “See In The Dark”, sempre e comunque stile Metallica, come a voler ricordare Orion e The Four Horsemen per intenderci, e contenente maggiori e migliori connotati di Thrash melodico.
Riguarderei per bene tutti i pezzi, registrerei in modo migliore e sfrutterei meglio questo entusiasmo in modo più costruttivo, così non ci siamo.
Track by Track
- Nightmare Pusher 55
- (R)evolution 50
- No Way For Nothing 45
- White Side Of The Block 55
- Oneself Torture 65
- Short Life Too Much 55
- See In The Dark 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 55
- Qualità Artwork: 55
- Originalità: 40
- Tecnica: 50
Giudizio Finale
54Recensione di carnival creation pubblicata il --. Articolo letto 1422 volte.
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