Hybris «Hybris» [2009]

Hybris «Hybris» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1021

 

Band:
Hybris
[Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Hybris [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Hybris

 

Titolo:
Hybris

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Thanatos :: Vox
Isa Nauthiz ::guitars, Keyboards
Mictian :: Guitars, Backing Vocals
Meim :: Bass
Ex Mortem :: Drums

 

Genere:

 

Durata:
41' 1"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2009

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Tanti piccoli pregi sparsi, e alcuni difetti. Non molti, per fortuna. Questo è in estrema sintesi il mio giudizio su questo cd di debutto dei blackster capitolini Hybris, lungo più di 40 minuti e praticamente più paragonabile a un cd vero e proprio che a un demo, anche per la sontuosa veste grafica, minimale ma bella nonostante un retro cover un po’ generico.
Non è molto facile inquadrare lo stile degli Hybris, e questo non perché la band si butti in chissà quali sperimentazioni, ma per le scelte stilistiche, che fanno sì che la band abbia un minimo di personalità artistica, non inquadrabile subito come clone di un certo gruppo. Appena parte “Deteach the flesh” infatti la band sembra immediatamente affacciarsi a riff di chitarra melodici, che chiamano un po’ in rassegna gruppi come i Taake per qualche parte più intricata, ma anche certe cose dei primi Moonsorrow quando gli Hybris giocano a fare un po’ più i minimalisti, il tutto appoggiato da una batteria quasi sempre su tempi medi e sostenuti e con uno stile molto scarno, che conferisce ai brani un tocco più grezzo e old school.
In pratica, a parte la veloce “Pain of Human existence”, il cd è tutto così, con uno stile forse ancora povero ma nondimeno con parti di chitarra nettamente riuscite come in “one man army”, dove affiora un senso di maestosità che, devo ammetterlo, mi ha proprio coinvolto, oppure nel rallentamento centrale di “Nera”, parecchio coinvolgente. E alla fine dell’ascolto nonostante una monotonia di fondo forse da imputare alla band che da questo punto di vista non sembra ancora al cento per cento, il cd non delude, anzi trascina abbastanza. Traguardo, questo, non facile da raggiungere quando si hanno pochi mezzi e poca esperienza, visto che il gruppo è giovane. Stupisce anche l’ultima traccia, “Hella”, con un tocco di sospeso accentuato anche dalla tastiera che soprattutto a concludere dà alla canzone un che di allucinato.
Insomma: probabilmente gli Hybris hanno ancora alcuni margini di sviluppo, ma ci accontentiamo eccome per ora. I loro pregi sono per ora tutti dei piccoli germogli che vanno accuratamente curati per evitare che vadano immediatamente a terminare la loro vita. Ben fatto. Ci rivediamo alla prossima uscita discografica sperando che quei germogli siano intanto sbocciati in tutto il loro candore selvatico. Avanti così!

Track by Track
  1. Echo 70
  2. Deteach the Flesh 75
  3. One Man Army 75
  4. Nera 75
  5. Danza dei Mille Venti 65
  6. Pain of Human Existence 70
  7. Spectra 70
  8. Hella 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
73

 

Recensione di Snarl pubblicata il --. Articolo letto 1021 volte.

 

Articoli Correlati

Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.