Inheritance «Pentanagrams» [2009]

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Dust »

 

Recensione Pubblicata il:
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923

 

Band:
Inheritance
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Titolo:
Pentanagrams

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Ivan Beretta: Guitar
Sergio Zanetti: Drums
Antongiulio Deiana: Bass
Davide Cantamessa: Vocals

 

Genere:

 

Durata:
57' 24"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2009

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Nati sul finire degli anni 80 a Bergamo come band di puro thrash metal bay area-style, gli Inheritance, nella prima parte della loro esistenza, sono stati caratterizzati da continui cambi di lineup che nel giro di pochi anni ne hanno causato lo scioglimento. Per iniziativa di Ivan Beretta, membro fondatore, il gruppo ha ricominciato a vivere nel novembre del 2004 con il reclutamento di Sergio Zanetti e di Antongiulio Deiana. Nell'agosto del 2009 gli Inheritance hanno registrato in studio 8 pezzi che faranno parte del primo album in esame, "Pentanagrams". Uno dei pezzi fa anche parte della compilation Kill City Vol.21 distribuita negli Stati Uniti dalla 272 Records.
Durante tutta l'evoluzione della formazione, non è stato modificato radicalmente solo il line up, ma anche lo stile e le sonorità su cui la band si cimenta maggiormente: del thrash old style, praticamente non è rimasto più niente se non un suono di chitarre ruvido e molto grezzo, caratteristica forse dovuta più alla qualità audio del demo che non da una vera e propria ricerca del sound a mio avviso; perciò niente ritmiche tirate e velocissime, di assoli frenetici nemmeno l'ombra e la voce affronta registri vocali più vicini al rock/metal sperimentale, anche se con alcuni cori più thrash e qualche sporadica sezione abbastanza graffiante ed aggressiva.
Le linee compositive con cui la band ha realizzato questo album sono abbastanza semplici, anche se richiamano spesso una buona sperimentazione ritmica che li porta a raggiungere sonorità abbastanza progressive con qualche cambio di tempo molto ben fatto e uso di tempi dispari che, soprattutto in questi casi, non guasta mai con l'aggiunta di diverse atmosfere molto interessanti come “Hobbyhorse” e “Stairs to nowhere”. Devo dire che sotto questo punto di vista la band ha veramente molto da offrire a chi gradisce sperimentazioni affiancate ad elementi abbastanza old style, ovviamente i puristi del genere non credo apprezzeranno molto.
Per quanto riguarda la qualità audio, come già detto è abbastanza bassa; pur essendo un demo, visto il genere proposto è veramente fondamentale realizzare lavori dai quali riescano ad emergere sonorità il più ricercate possibili e con un timing molto accurato: non che ci siano grosse lacune, ma qualche imprecisione la si sente qua e la, soprattutto nelle sezioni lead di chitarra che risultano troppo secche e anonime.
Ad ogni modo, essendo il primo demo di questa formazione che ha effettuato un enorme cambio di genere e di formazione prima di raggiungere l'equilibrio attuale, il lavoro non è assolutamente da bocciare!

Track by Track
  1. Into the voice of sound 60
  2. Stairs to nowhere 70
  3. Temple of time 60
  4. Hobbyhorse 65
  5. Return of the nightmare 55
  6. Through The Night 65
  7. The voyage 60
  8. Garden Party (Marillion Cover) 55
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 55
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
63

 

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