Damned Scream «The Prelude of Chaos» [2004]

Damned Scream «The Prelude Of Chaos» | MetalWave.it Recensioni Autore:
IRON-MAN »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
942

 

Band:
Damned Scream
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Titolo:
The Prelude of Chaos

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Paolo - Bass
Gianni - Guitar
Angelo - Drum
Marco - Guitar
Max - Vocalist

 

Genere:

 

Durata:
18' 0"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2004

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Damned Scream, da quello che ho potuto capire dal sito malfunzionante, sono una band trash-metal (notare TRASH, ma così scrivono sul sito) della puglia formatasi a metà 2002, il solito gruppetto cover dei soliti noti: Slayer, Death e Pantera…
Poi dicono di essersi accostati a sonorità più svedesi come Dark Tranquillity e In Flames per poi spostarsi verso il loro sound.
Ascoltando questo dischetto si ha subito l’impressione che da tutti questi gruppi abbiano imparato ben poco, di sound come quello di Dark Tranquillity non se ne sente molto, sembrano infatti più che altro una brutta copia di gruppi “black” quali Dimmu Borgir o Cradle of Filth dei primi lavori, con qualche venatura ma appena sfumata di thrash, ma veramente pochissima roba.
Apre il tutto Lamb, subito si sente questa somiglianza a gruppi definiti black di nuova generazione, con riff sempre in shred, sia con power-chords che con armonizzazioni tra le due chitarre, due stop e poi si riparte col riff tirato.
Poi ci sono I see e The tomb, che non aggiungono niente a quanto già detto, se non che la tecnica del chitarrista solista lascia molto a desiderare, soprattutto per quanto riguarda i bending che sono mal suonati e fastidiosi, e pure il resto dei soli non è molto migliore.
Welcome ha un ritmo leggermente più lento di media, e anche qui come in I see appare un cantato più in stile Pantera (forse seguito a due voci, non si capisce bene) che veramente non c’azzecca nulla, solito assolo che rasenta il ridicolo e siamo da capo.
L’ultima song è un collage di riff che poco c’entrano tra loro, intramezzati da arpeggi di basso e di chitarra, l’immancabile solo e poi, per fortuna, la fine del disco.
Sinceramente oltre ad essere abbastanza anonimi, la loro proposta musicale è assai scarsa, prodotta non male ma, in definitiva, sconsigliabile.

Track by Track
  1. Lamb 50
  2. I see 45
  3. The Tomb 50
  4. Welcome 45
  5. The hole of chaos 50
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 40
  • Qualità Artwork: 40
  • Originalità: 30
  • Tecnica: 35
Giudizio Finale
43

 

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