Kepsah «Stack» [2010]
Kepsah
Titolo:
Stack
Nazione:
Italia
Formazione:
Seba . vocals, sax
Zeta - guitar
Dave - bass
Pero - drums
Genere:
Durata:
51' 12"
Formato:
CD
2010
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Ammetto di non aver mai ascoltato una nota dei Kepsah prima di "Stack", così mi sono ascoltato per primo il loro penultimo lavoro, chiamato "Ivrè" e ammetto di non essermi entusiasmato più di tanto, ma poi è stata la volta del disco ivi recensito e devo proprio mutare il mio primo atteggiamento verso la musica della band, stavolta, rispetto al disco precedente il passo in avanti c’è davvero stato e i nostri hanno virato verso composizioni più aperte alla sperimentazione sia musicale che letteraria.
Il tutto si apre con "Damiens", una spaventosa (ma reale) descrizione di tutta la tortura inflitta nel 1757 a Robert-Fraçois Damiens, condannato per regicidio. Un incipit tra i più agghiaccianti che io abbia mai ascoltato, raccontato nei minimi dettagli, per filo e per segno da una giovanile voce narrante, un ritmo monotono e per finire un oscuro contrabbasso che suona note gravi, abissali. Tracce come "Mind Check" –divise in primo e secondo capitolo- ed "Oltre" non sono certo immuni dall’orrore, specialmente quest’ultima in cui si racconta la vicenda della Prima Guerra Mondiale vista dagli occhi e dal cuore spezzato ed illuso di un giovane soldato tedesco, qualcosa da far accapponare la pelle, credetemi. Ma c’è spazio anche per un’attualità proposta in pieno stile CCCP, come T.N.B. e la particolarissima "Nuanda".
Un disco veramente variegato in cui si evince una grande volontà di offrire –e in certi casi sparare direttamente in piena faccia- storie e questioni che riguardano tutti, oppure che hanno riguardato tutti, non fa differenza per i Kepsah i quali, giocando tra generi sia letterari che musicali diversi hanno confezionato un buon prodotto che per certi versi fa male da quant’è crudo e vero.
L’unico pensiero negativo che mi è venuto in mente ascoltando il tutto è stato il fatto che i nostri, pur avendo fatto passi da gigante rispetto al passato, si trovano ancora ancorati a generi e stili un po’ troppo omologati, come Tool, Slint, Marlene Kuntz ma anche i già citati CCCP e non me la sento di escludere altre band già note per aver intrapreso una strada musicale simile nell’alternative rock d’oltreoceano. Insomma Stack non è per niente male ma se fosse stato ancora più folle sarebbe andata molto meglio. Per il futuro mi aspetto qualcosa di musicalmente meno riscontrabile in altri gruppi. Per quanto riguarda le lyrics..mi hanno fatto passare la fame da quanto mi han fatto riflettere.
Track by Track
- Damiens 80
- Mind Check, Atto Primo 75
- Mind Check, Atto Secondo 70
- Monossido 70
- Oltre 95
- Videocrazia 70
- T.N.B 70
- Nuanda 65
- Analogie 60
- Katàbasis 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
71Recensione di carnival creation pubblicata il --. Articolo letto 963 volte.
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