Eridana «Intro» [2011]
Eridana
Titolo:
Intro
Nazione:
Italia
Formazione:
Emanuele Bartoli - voce, chitarra
Cristina Patrizi - basso
Andrea Cetta - batteria
Genere:
Durata:
22' 32"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
E inizia così come un soffio, tutto d’un tratto, con una quiete e una dolcezza che davvero non ti aspetti. Questo è l’intro di “Intro” (scusate il gioco di parole), nuova fatica dei romani Eridana, dediti ad un alternative rock di matrice anni ’90, sicuramente di stampo cobainiano ma di adattamento italiano. Gli Eridana tentano infatti la strada già percorsa e poi abbandonata dai Verdena degli inizi, ovvero canzoni rabbiose con un suono grezzo e spontaneo. Ma non c’è solo il grunge o i Nirvana dietro la musica degli Eridana e quindi sarebbe sbagliato bocciare subito la band. Il gruppo infatti riesce a sfociare in lidi più tinti di un atmosfera dark, melodici, con delle linee vocali interessanti, dirette ma accattivanti come primo impatto. Altre volte invece, durante l’ascolto, ci troviamo avvolti in una venatura psichedelica e malata, che riesce quasi a cullarci con serenità. L’approccio è molto istintivo, volutamente essenziale ed è costantemente sbalzato e mutato da momenti placidi e puliti, a squarci elettrici che liberano rabbia, potenza e malessere, così come avviene in “Molly Bloom”, la seconda traccia del disco. Anche la successiva “Trauma”, a mio avviso la migliore traccia del lavoro, viaggia sulle stesse coordinate. “Apatia” arriva a colpirci col suo ritmo martellante e intenso. L’ultima canzone “Rohypnol” è acida ed avvelenata, una caratteristica in cui la band sembra trovarsi a proprio agio. I testi in italiano sono marcati, enfatizzati, acidi e vengono sputati nelle orecchie dell’ascoltatore con rabbia e sdegno. La sensibilità musicale della band è sicuramente forte e presente, anche se c’è bisogno di un ulteriore sforzo per arrivare ad un nuovo stato emotivo, ad un equilibrio, più lontano dalle radici e dalle influenze musicali di base. Gli arrangiamenti vanno migliorati, resi più compatti e intricati. In generale il sound deve essere ancora ben plasmato, modernizzato, sgrezzato da tutte le imperfezioni iniziali. Ma come primo lavoro è assolutamente ok. La carica e le potenzialità ci sono tutte.
Track by Track
- Intro 60
- Molly Bloom 60
- Trauma 70
- Apatia 65
- Rohypnol 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 60
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
64Recensione di Tripp pubblicata il --. Articolo letto 1005 volte.
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