Children Of Megaton «The Big Lie» [2011]
Children Of Megaton
Titolo:
The Big Lie
Nazione:
Italia
Formazione:
Degaz - vocals, all instruments
Genere:
Durata:
28' 0"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Fino ad un istante prima del primo play avrei creduto di annoiarmi a morte, del resto avevo letto “black metal sperimentale”, testi post-apocalittici ispirati da ricercatori come Icke, Malanga e Sitchin, controcultura, esopolitica, alieni, radici dell'umanità, cover-up, Nuovo Ordine Mondiale e quindi ammetto di essere partito con le mani un po' troppo avanti. Ma sono bastati 20 secondi dopo il termine dell'intro a farmi cambiare completamente idea. L'intero disco è permeato da una professionalità di fondo non indifferente; inoltre, benché i suoni risultino a tratti un po' troppo confusionari, c'è davvero del materiale di valore all'intero di “The Big Lie” - che, da quanto ho desunto, rappersenta il diretto successore del precedente lavoro di Degaz “End Of All Time” - e l'artista ha costruito un lavoro degno di nota utilizzando campionamenti in dosi massicce, chitarre taglienti e ritmi propri del black metal, ma virando verso soluzioni che col black c'entrano poco e niente, generando qualcosa di assolutamente nuovo.
Grandissimi sono gli inserti industrial all'interno dei singoli pezzi, eppure non si tratta di un disco industrial black, come si potrebbe facilmente pensare: è qualcosa dai tratti particolarissimi che va più che altro ascoltata (e letta nei testi, molto impegnati tra le altre cose) e non troppo spiegata. In certi punti mi ha ricordato molto i The Amenta di “nOn”, come in altri i Dimmu Borgir dalle voci filtrate e Dark Funeral e per qualche verso anche gli Emperor meno stereotipati; ho apprezzato moltissimo le solenni ed estreme “Anunnaki” e “Groom Lake”, specialmente quest'ultima che ritengo essere la migliore traccia del lotto; inoltre, la scelta di staccare un po' dalla perversa violenza dei brani precedenti con il pianoforte di “Quantum Universe” l'ho reputata una saggia scelta, venuta benissimo tra l'altro!
Sono partito col piede sbagliato, ma poi ho ben capito di essermi trovato di fronte ad un disco che merita molto! Raramente le one-man band riescono a convincermi così!
Track by Track
- Apotheosis 60
- The Big Lie 70
- Anunnaki 70
- Scourge Of Mankind 70
- Groom Lake 80
- Quantum Universe 75
- Everything Will Disappear 70
- Apokalupsis 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 75
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
69Recensione di carnival creation pubblicata il --. Articolo letto 1610 volte.
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